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marylu
Utente Sfegatato
    
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19958 invii |
Spedito - 10 giugno 2010 : 00:35:19
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Ciao Pablo
ho ascoltato, con piacere, la serenata di Mascagni. Sono pochi i brani di lirica che io conosco.
Mary |
marylu |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 10 giugno 2010 : 22:45:30
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La musica più bella, quella in grado di farti provare emozioni forti e stupende... la più dolce, più intensa,più strabiliante... l'unica che ti fa commuovere anche se è la prima volta che l'ascolti.. Perchè non c'è nessun'altra musica in grado di far uscire i tuoi sentimenti così allo scoperto, senza paure... non mi preoccuperei molto..della... quantità..."Sono pochi i brani di lirica che io conosco" perchè..sei riuscita a descrivere più di una emozione..credo che i sentimenti in genere ..le "profondità" sono una parte di noi altrettanto importante quanto le nostre idee...sai..la musica continuo ad immaginarla come un viaggio..infinito... attraverso paesi e terre vicine a volte..lontane come alcune tradizioni distanti che si fondono tramite la poesia..e le nostre sensibilità...ciao mary....
Pietro Mascagni - Intermezzo -Cavalleria Rusticana
www.youtube.com/v/6HNw7vFHn2M&hl=it_IT&fs=1&"
una piuma che accarezza l'anima, una calda carezza che sfiora il cuore,(come scrisse Carlo Sartori).. sono queste le dimostrazioni che DIO esiste. Questa musica è il canto di DIO.
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 12 giugno 2010 : 15:28:03
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da un sunto del critico musicale Riccardo Allorto..
Guglielmo Ratcliff è un'opera tragica in quattro atti composta da Pietro Mascagni su libretto di Andrea Maffei, tratto dal dramma tedesco Wilhelm Ratcliff (1822) di Heinrich Heine.
La prima rappresentazione fu data il 16 febbraio 1895, al Teatro alla Scala di Milano, ed è stata poi replicata in diverse altre occasioni, fino alla recente, in forma di concerto, del 25 novembre 2003, data alla Alice Tully Hall di New York, diretta da Alfredo Silipigni. Comunque, l'opera non entrò mai nel repertorio, in parte a causa del ruolo del tenore, fra i più difficili mai scritti. È particolarmente noto l'intermezzo del terzo atto, inserito, come colonna sonora, nel film di Martin Scorsese, Raging Bull. L'opera è ambientata nel nord della Scozia agli inizi del XIX secolo. atto I Il Conte Douglas, fidanzato di Maria, arriva al castello dei MacGregor. Egli narra loro di come è stato attaccato da banditi nei pressi del castello, ma salvato da un cavaliere sconosciuto. Maria sviene, e poi si riprende. MacGregor parla a Douglas di Guglielmo Ratcliff, che Maria aveva respinto come pretendente. Ratcliff, per vendetta, ha deciso di sfidare a duello i seguenti due pretendenti di Maria uccidendoli entrambi. Il Conte Douglas riceve un messaggio da Ratcliff, recapitato dal suo amico Lesley, sfidandolo a duello a Black Rock.
Atto II In una locanda frequentata da ladri e truffatori, il locandiere Tom, sta tenendo il figlio, Willie sulle ginocchia. Quando chiede al bambino di recitare la preghiera del Padre nostro, questi inciampa più volte sul verso "E non ci indurre in tentazione". Tom diventa sempre più arrabbiato con il ragazzo e gli dice che lui finirà come la clientela della locanda, e alla fine lo manda fuori dalla stanza. Ratcliff racconta poi a Lesley, come il rifiuto di Maria lo ha portato alla determinazione di uccidere ogni uomo che è riuscito a conquistare l'amore di Maria. Ratcliff è disturbato dalla comparsa di strane figure che, a sua insaputa, sono i fantasmi dei pretendenti di Maria da lui uccisi.
Atto III Douglas arriva a Black Rock per il duello con Ratcliff. Le due strane figure che avevano seguito Ratlcliff appaiono brevemente e poi spariscono. Quando Ratcliff giunge, Douglas capisce che è il cavaliere che lo ha salvato dai banditi, e quando sta per avere la meglio su Ratcliff, nel duello, rifiuta di ucciderlo. Ratcliff rimane a terra e gli appaiono ancora le figure spettrali.
Atto IV Nella sua stanza, Maria sta preparandosi alle nozze con Douglas. La sua nutrice, Margherita, racconta a Maria la storia della morte di sua madre Elisa. Prima di sposare MacGregor, Elisa era stata innamorata di Edward, il padre di Guglielmo Ratcliff, ma entrambi sposarono poi altri. Edward ed Elisa si resero conto del loro errore e divennero amanti. Quando MacGregor lo scoprì, uccise Edward, ed Elisa morì di dolore. Guglielmo Ratcliff entra nella stanza di Maria, coperto di sangue, dopo il duello con Douglas, e la implora di fuggire con lui. Con la storia di sua madre ancora sulla sua mente e il pensiero che avrebbe potuto fare lo stesso errore, Maria in un primo momento prova pietà per Guglielmo, ma poi gli chiede di andarsene. Il suo rifiuto rende Guglielmo pazzo d'ira. Uccide sia Maria che suo padre, che si precipita nella stanza dopo aver sentito la sua richiesta di aiuto. Ratcliff, a questo punto si toglie la vita. L'opera si conclude con le sue ultime parole: "O Maria, vengo a te! Son qui, Soave Maria!" ----------------------------------------------------------------------------------
Questo che ascoltate è il "Sogno" usato come intermezzo per la stessa opera; "Guglielmo Ratcliff" E' di una dolcezza inaudita... nel celebratissimo ‘Sogno’, una delle più maliose pagine orchestrali firmate da Mascagni, ‘descrive’ in maniera struggente la presenza dei fantasmi degli innamorati nella coscienza di Ratcliff, il suo delirante e appassionato identificarsi con loro.....
www.youtube.com/v/DgUuGqRm26k&hl=it_IT&fs=1&"><
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Modificato da - pablo su 12 giugno 2010 15:32:17 |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 14 giugno 2010 : 15:45:02
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Opera :La Cavalleria Rusticana; musica : Pietro Mascagni Libretto: Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci
Tratto dalla novella di Giovanni Verga dallo stesso titolo
Personaggi: SANTUZZA, una giovane contadina, soprano TURIDDU, un giovane contadino, tenore LUCIA, sua madre, soprano ALFIO, un carrettiere, baritono LOLA, sua moglie, mezzosoprano
melodramma in un unico atto, ambientato in sicilia alla fine dell'800.
All'alba della domenica di Pasqua Turiddu (tenore), figlio di Lucia (contralto) intona un canto malinconico (O Lola ch'hai di latti la cammisa) a Lola (mezzo soprano), la bella ragazza di cui si era perdutamente innamorato prima di partire militare e che, al suo ritorno, aveva trovato sposa del carrettiere Alfio (baritono). Turiddu, ancora innamorato di Lola, aveva cercato di dimenticarla con un'altra donna, Santuzza (soprano). Non vi fu nulla da fare purtroppo, e Turiddu, dopo avere sedotto Santuzza e avere promesso di sposarla, veniva "rapito" dalla gelosa Lola intrattenendo con questa relazioni amorose durante le lunghe assenze del marito.
Santuzza, si reca a casa di Lucia, per parlare di Turiddu. Mamma Lucia, crede che il figlio sia andato a Francofonte a fare provvista di vino, e non sa che invece è in paese.
Sopraggiunge nel mentre Alfio, che intona un canto che esalta la bellezza del suo mestiere (Oh, che bel mestiere fare il carrettiere). Alfio chiede a mamma Lucia un bicchiere di vino Lucia afferma che non ha vino e che suo figlio si è recato nel paese vicino ad acquistarlo. Alfio allora soggiunge di avere visto Turiddu quella stessa mattina nei pressi di casa sua. Lucia viene fermata da Santuzza circa ulteriori spiegazioni e nel mentre passa la processione dei fedeli diretti in chiesa, e tutti intonano intonano il canto del regina Coeli.
Terminato il canto la gente entra nella chiesa e Santuzza e Lucia rimangono sole. Mamma Lucia chiede il perché della visita e Santuzza le confida che Turiddu, dopo averle tolto l'onore e promesso di sposarla ha ricominciato a trescare con Lola. Scossa dalla notizia, mamma Lucia si reca in chiesa. Giunge intanto Turiddu sulla piazza del paese: egli risponde evasivamente alle domande di Santuzza tentando invano di calmarla. Il dialogo è interrotto dall'arrivo di Lola che sta per recarsi in chiesa cantando una stornello. Dopo avere chiesto se il marito fosse da quelle parti, si reca in chiesa percependo l'atteggiamento ostile di Santuzza.
Santuzza intanto trattiene Turiddu per un braccio impedendogli di seguire Lola. Disperata e piangente lo implora di non abbandonarla . Turiddu seccato la respinge con violenza e si reca in chiesa.
Santuzza lo maledice per avere infranto la promessa delle nozze (A te la mala Pasqua! Spergiuro!) e rivela ad Alfio, appena sopraggiunto, l'infedeltà della moglie che riceve Turiddu in casa quando egli è al lavoro, e la sua disperazione per essere stata disonorata . Alfio incredulo minaccia di morte Santuzza in caso abbia raccontato una menzogna, diversamente il carrettiere si ripromette di vendicarsi entro la stessa giornata. Santuzza esca di scena e con la piazza vuota si odono le struggenti note dell'Intermezzo .
Al termine della messa uomini e donne escono di chiesa e Turiddu invita gli amici a bere (Viva il vino spumeggiante) e inneggia alla festa e alla bellezza di Lola. Sopraggiunge Alfio; che, invitato al brindisi, rifiuta sdegnato. Turiddu comprende il gesto di sfida e butta a terra il vino, le donne si ritirano spaventate. I rivali si abbracciano e Alfio morde l'orecchio a Turiddu, segno, nella tradizione siciliana, della sfida a duello. Turiddu si addossa la responsabilità dell'accaduto ma Alfio non lo perdona. I due si lasciano e Alfio soggiunge che attenderà Turiddu dietro l'orto. Turiddu ha un ultimo pensiero di pietà per Santuzza ed allora, fingendo di essere ebbro, dichiara di volere prendere una boccata d'aria. Prima di uscire raccomanda Santuzza alla madre alla quale poi chiede di essere benedetto . Subito dopo fugge via. Giunge Santuzza che in preda ad un presentimento fatale abbraccia Mamma Lucia, ignara del duello, angosciata e in preda ad un triste presentimento invano domanda spiegazioni delle sue parole e del suo comportamento; ella non riesce a trattenerlo. Giunge poco dopo un mormorio lontano, poi il grido delle donne: "Hanno ammazzato compare Turiddu" .
dalla stessa opera ho estrapolato due brani celebri : la prima aria cantata dal tenore placido Domingo dal titolo :O Lola c'hai di latti la cammisa,meglio conosciuta come la canzone siciliana di Turiddu
TURIDDU (a sipario calato) O Lola ch'ai di latti la cammisa Si bianca e russa comu la cirasa, Quannu t'affacci fai la vucca a risa, Biato cui ti dà lu primu vasu! Ntra la porta tua lu sangu è sparsu, E nun me mporta si ce muoru accisu... E s'iddu muoru e vaju mparadisu Si nun ce truovo a ttia, mancu ce trasu www.youtube.com/v/bRFGFdpNOEE&hl=it_IT&fs=1&"><
la seconda aria celebre è affidata alla voce della più grande Santuzza di tutti i tempi..la divina Maria Callas....
www.youtube.com/v/50f_qPBofFw&hl=it_IT&fs=1&"><
SANTUZZA Voi lo sapete, o mamma, Prima d'andar soldato, Turiddu aveva a Lola Eterna fè giurato. Tornò, la seppe sposa; E con un nuovo amore Volle spegner la fiamma Che gli bruciava il core: M'amò, l'amai. Quell'invidia d'ogni delizia mia, Del suo sposo dimentica, Arse di gelosia... Me l'ha rapito... Priva dell'onor mio rimango: Lola e Turiddu s'amano, Io piango, io piango!
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Modificato da - pablo su 14 giugno 2010 15:48:10 |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 16 giugno 2010 : 18:22:53
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Ruggero Leoncavallo (Napoli 1857-Montecatini 1919)
Artista nato, spirito lirico, anima melodica e drammatica recava il dono della creazione, dell'improvvisazione.
La sua melodia espressa dal tumulto sonoro della sua anima, aveva i caratteri fermi, inimitabili delle cose belle.
I suoi personaggi, con quell'anima che egli aveva trasfusa in essi, dovevano cantare e piangere cosí e non altro che cosí.
Il successo dell'Opera "I Pagliacci" lo fa conoscere e stimare in tutto il mondo. Ecco il successo e con esso le gelosie, le rivalitá, le ingiustizie. La tenace volontá di lottare, di operare ancora nel mondo per la piú pura gioia degli uomini, sono il suo "romanzo" ed un romanzo di cui ogni pagina ed ogni episodio onorano l'uomo che lo ha vissuto.
Tra le tante Opere composte, dedicò una "Ave Maria" a Sua Santitá il Papa Pio X ....
Amato e disprezzato in vita, esaltato con onori principeschi e al contempo vilipeso e deriso. Basti pensare al commento di Gabriele D'Annunzio quando seppe della sua morte (avvenuta a Montecatini Terme il 9 Agosto 1919) :
"E' un eccellente finale di quel copioso fabbro di melodrammi e di operette che aveva congiunti nel suo nome i nomi di due bestie nobili e mori' soffocato nell'adipe melodico."
Pagliacci è un opera lirica di Ruggero Leoncavallo,su libretto del compositore,rappresentata per la prima volta a Milano il 21 maggio del 1892 con la direzione di Arturo Toscanini. Essa si ispira a un delitto realmente accaduto a Montalto Uffugo in Calabria,quando il compositore era un bambino,e in seguito al quale il padre di Ruggero Leoncavallo,che era un magistrato,istruì il processo che portò alla condanna dell'uxoricida. Tradizionalmente l'opera venne rappresentata in coppia con l'altro capolavoro del teatro musicale verista ,Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni. curiosità :il disco è ricordato come una pietra miliare dell'allora nascente industria discografica,essendo stato il primo ad aver superato il milione di copie vendute. piccolo sunto dell'opera...
Personaggi ed Interpreti NEDDA attrice da fiera, moglie di Canio (nella commedia Colombina); soprano CANIO capo della compagnia (nella commedia Pagliaccio);tenore
TONIO lo scemo (nella commedia Taddeo), commediante;baritono PEPPE (nella commedia Arlecchino), commediante ;tenore SILVIO amante di Neddacontadino ; baritono trama Tonio, nelle vesti del commediante Taddeo, a sipario chiuso si presenta al pubblico e spiega di essere il Prologo: dice che sulla scena stanno per apparire antiche maschere ma non si tratta di finzione: il pubblico vedrà un reale squarcio di vita.
Primo atto L’azione si svolge presso Montalto Uffugo, in Calabria nel Ferragosto del 1865. In piazza giunge una compagnia di attori per uno spettacolo da tenersi nel teatrino della fiera: Pagliaccio. La compagnia è formata da Canio, capocomico, Nedda, sua giovane moglie, e altri due attori: Peppe e il deforme Tonio. Mentre i contadini festanti circondano il carro della compagnia, Canio annuncia che lo spettacolo avrà luogo alle ore 23. Tonio intanto fa il galante con Nedda e Canio, gelosissimo della giovane moglie gli dà un ceffone. Alcuni contadini invitano Canio e Peppe ad andare con loro all’osteria e prendono in giro Canio per la sua gelosia. Lui risponde che non esiterebbe un attimo ad uccidere Nedda se lei gli fosse infedele. Mentre i paesani vanno in chiesa, Nedda resta sola; è preoccupata e inquieta poiché ama segretamente Silvio, un giovane del luogo. Si avvicina Tonio e la importuna nuovamente; Nedda lo deride per la sua gobba e poi, con una frusta, lo colpisce sul viso. Tonio, giurando vendetta, si allontana mentre arriva Silvio per convincere Nedda a fuggire con lui dopo lo spettacolo. Tonio ha ascoltato tutto di nascosto e avverte Canio, che sopraggiunge, ma Silvio riesce a fuggire. Canio affronta Nedda e, minacciandola col coltello, le impone di rivelare il nome dell’amante. Nedda rifiuta e Canio sta per ucciderla ma Peppe lo ferma e lo calma, in vista dello spettacolo che sta per cominciare. I commedianti entrano nel teatrino; Canio è sconvolto al pensiero di dover far ridere il pubblico in un momento in cui è in preda alla disperazione.Canio non può fare altro nonostante il suo turbamento,che truccarsi e prepararsi per la commedia..(qui parte uno dei più conosciuti ed apprezzati brani dell'opera dal titolo :recitar..vesti la giubba);
Secondo atto
Il pubblico, compreso Silvio, arriva nel teatrino; esce Nedda, nei panni di Colombina e gira fra il pubblico per raccogliere qualche moneta; si avvicina anche a Silvio e gli rinnova l’impegno per la fuga. Si alza il sipario e la commedia rappresenta quanto è realmente successo: Colombina (Nedda) passeggia nervosamente in attesa dell’amante Arlecchino (Peppe), lo sente cantare una serenata ma non può farlo entrare finché non è sicura che lo sposo Pagliaccio (Canio) sia lontano. Entra il servo Taddeo (Tonio) e fa profferte amorose a Colombina. Questa, ora che Pagliaccio è lontano, fa entrare Arlecchino, che prende a calci Taddeo e lo allontana. I due amanti si siedono a tavola e lui propone di fuggire insieme. Improvvisamente entra Taddeo per annunciare che Pagliaccio sta tornando rabbioso. Poi si nasconde, mentre il pubblico si diverte e ride. Arlecchino scappa dalla finestra. Pagliaccio entra furioso, aggredisce Colombina e le chiede il nome dell’amante. Canio, ormai impazzito per la gelosia che realmente prova, dimentica la finzione scenica e minaccia di uccidere con un coltello Nedda se non gli svelerà subito il nome dell’amante. Il pubblico è affascinato dalla recitazione particolarmente realistica, ma Silvio sospetta che non si tratti più di finzione: mentre tenta di salire sul palco, Canio colpisce a morte Nedda che cerca l’aiuto di Silvio. Canio, che ha capito chi è l’amante della moglie, lo colpisce al cuore. Alcuni spettatori salgono sul palco e bloccano Canio, mentre Tonio, cinicamente, si rivolge al pubblico sbigottito: «la commedia è finita».
brani famosi dell'opera:
Si può:prologo(Tonio) Son qua,ritornano:coro atto I qual fiamma avea nel guardo aria di Nedda recitar ..vesti la giubba..spesso chiamata Ridi,pagliaccio aria di Canio canzone di arlecchino,Beppe atto II no,pagliaccio non sono,romanza di Canio e finale
un'incredibile Luciano Pavarotti (tenore) tra sentimento e tristezza nel ruolo di Canio in: Recitar! Vesti la giubba in un concerto a Budapest..
Recitar!...mentre preso dal delirio non so piu quel che dico e quel che faccio! Eppur...e d'uopo...sforzati! Bah, sei tu forse un uom? Tu se' Pagliaccio! Vesti la giubba e la faccia infarina. La gente paga e rider vuole qua. E se Arlecchin t'invola Colombina, ridi, Pagliaccio... e ognum applaudira! Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto; In una smorfia il singhiozzo e'l dolor... Ridi Pagliaccio, sul tuo amore infranto! Ridi del duol che t'avvelena il cor! www.youtube.com/v/QijfX6tswFg&hl=it_IT&fs=1&"><
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pablo
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Spedito - 18 giugno 2010 : 15:43:54
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Mattinata di Ruggero Leoncavallo
L'aurora di bianco vestita Già l'uscio dischiude al gran sol; Di già con le rosee sue dita Carezza de' fiori lo stuol! Commosso da un fremito arcano Intorno il creato già par; E tu non ti desti, ed invano Mi sto qui dolente a cantar.
Metti anche tu la veste bianca E schiudi l'uscio al tuo cantor! Ove non sei la luce manca; Ove tu sei nasce l'amor.
Commosso da un fremito arcano Intorno il creato già par; E tu non ti desti, ed invano Mi sto qui dolente a cantar.
Ove non sei la luce manca; Ove tu sei nasce l'amor. ------------------------------------------------------ tenore:Andrea Bocelli;
www.youtube.com/v/3jPNDdTZZsg&hl=it_IT&fs=1&"
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 18 giugno 2010 : 16:08:53
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alcuni utenti(che ringrazio)di nonsololotto mi hanno chiesto (pur apprezzando la performance di solo voce e piano della Callas di:"voi lo sapete o mamma"aria della Cavalleria Rusticana tratta dall'opera la versione orchestrale....sperando di far cosa gradita ho scelto (fra tutte)questa magnifica interpretazione ... soprano:Waltraud Meier (santuzza);
SANTUZZA Voi lo sapete, o mamma, Prima d'andar soldato, Turiddu aveva a Lola Eterna fè giurato. Tornò, la seppe sposa; E con un nuovo amore Volle spegner la fiamma Che gli bruciava il core: M'amò, l'amai. Quell'invidia d'ogni delizia mia, Del suo sposo dimentica, Arse di gelosia... Me l'ha rapito... Priva dell'onor mio rimango: Lola e Turiddu s'amano, Io piango, io piango!
www.youtube.com/v/Z6AVMAp7A1o&hl=it_IT&fs=1&"><
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 20 giugno 2010 : 15:39:25
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oggi vorrei scrivere (facendovi partecipi di alcuni spunti)di un libro(il mundus imaginalis) che sto leggendo ultimamente …esso tratta della “passione musicale”...(ma non solo)e che si lega immancabilemnte con il musicista che andremo a scoprire (o se volete) ri-scoprire più avanti. Se è vero che la musica produce pensieri passando dal corpo e dal cuore,l'unico modo per saperne qualcosa è di attraversarla,indagando il cuore e abbandonandosi al corpo(e non è detto che se ne esca vincenti,che se ne governi il senso, o che se ne sappia poi dire qualcosa).E cercare di parlarne,intendo ,di chiudere la musica in un discorso che la esaurisca...è ancora un'illusione.!,la consolazione che la nostra specie parlante alla fin fine afferri qualcosa dicendola.Conviene forse,allora ,rasseganrsi a frammneti di discorso,ad approssimazioni sempre più fini,a quei momenti felici del parlare che per un attimo vanno più vicini alle cose..................................... cosi..l'amore ha molte facce, corrispondenti ciascuna ad una diversa maniefstazione dello stesso istinto, che chiede di poter essere appagato tramite una realzione con l'oggetto del desiderio. Ma la passione fa anche paura, perché in ogni caso implica la resa di fronte a qualcuno che può tradire, che può abbandonare. Solo i temerari o gli ingenui credono che si possa amare "semlpicemente". Il sentimento dell'amore, infatti, pare sia stato creato per i coraggiosi, disposti ad affrontarne le sofferenze, pur di assaporarne i momenti esaltanti. Tuttavia la pulsione affettiva, naturalmente determinata, dovrebbe già contenere in sé la forza necessaria a superare la paura che genera. E così dovrebbe essere, nonostante le molte smentite tipiche dei nostri tempi, caratterizzati da una diffusa paura di legarsi a qualcuno e di assumere il peso, anche emotivo, che tale esperienza comporta................. L'istinto, privo del coraggio necessario per vincere la paura, lascia i rapporti sospesi in una sorta di "limbo", in uno spazio in cui mancano definizioni precise e progettualità condivise: caratteristica che ne decreta prima o poi la fine, nell'illusione di una sofferenza risparmiata. Un generalizzato conflitto tra desiderio e paura tende quindi a toccare anche le passioni più travolgenti, immolandole al baratto con la tranquillità. E così la donna, in tempi non sospetti maestra di seduzione, sembra procedere oggi con maggiore cautela, assiimlandosi in questo all'uomo che di cautela sembra sempre averne avuta da vendere..... Personalmente ho sempre pensato che la curiosità di apprezzare sia una delle qualità che più si addicano agli artisti in genere. La fame di sapere, la predilizione di provare, di non dire mai “non mi piace” prima di avere assaggiato un piatto o ascoltato una canzone, rappresenta un atteggiamento fondamentale, in quanto è la molla principale per riempire sempre più il nostro bagaglio culturale e, di conseguenza, umano. Il mundus imaginalis territorio reale quanto la realtà..che si stende fra il pensiero e le sensazioni… a volte..non è necessario andarlo a cercare in territori colti o sofisticati…per chi è preso da una passione..qualunque sia..(l’ignoranza o la gelosia),la figura su cui cade il suo sguardo,la cosa che a lui parla della sua schiavitù è davverso grandissima..un amore impossibile può essere un’esperienza insopportabile..credo che la tensione-emotiva, più oggettivata, più cosciente e quindi più volenterosa di essere e di vivere è l'uomo. Talmente desiderosa che non sarà mai appagata. Desiderio è mancanza, quindi dolore. forse...descrive la pesantezza della realtà senza significarla... L'appagamento .. è il piacere momentaneo frutto del desiderio doloroso…. Ad esso, se non si ricade subito in un altro desiderio doloroso, succede la noia…..come dice kant… La vita è un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia..ed il grado di sofferenza distingue gli uomini…..continua kant.. Ma la volontà è tutto, tutto è (desiderio inappagato), tutto soffre (più intelligenza avrai, più soffrirai;)aggiungo..non per parafrasare il pessimismo cosmico di leopardiana memoria.. Per di più, nel mondo tutto lotta contro tutto per il mantenimento di sé, volontà contro volontà. Quindi l'individuo viene spesso sacrificato per la specie. A questo scopo c'è l'amore, l'uomo è uno strumento della specie, lo zimbello della natura (ogni amore ha un istinto sessuale sotto sotto..forse… Freud partirà da qui). Ma ancora kant..(provocazione per provocazione)...Ma è un tremendo peccato: mettere al mondo altre creature destinate a soffrire! L'unico amore elogiabile è la pietà……. Oltre alle solite e facilmente intuibili caratteristiche (scritte e riscritte in tutte le salse tipo :mangiare sano e praticare una quantità ragionevole di sport), la persona biologicamente giovane deve avere anche degli atteggiamenti di apertura mentale verso l’esterno. In parole semplici, deve continuare ad essere curioso nei confronti delle novità che gli succedono attorno. La chiusura mentale preventiva rivolta a quello che non si conosce è infatti considerato sintomo inconfondibile di vecchiaia...é ovvio che non tutto quello che c’è di nuovo debba piacere per forza (e questo non vuol dire essere mentalmente vecchi, ci mancherebbe). Si tratta proprio dell’atteggiamento verso la novità, o meglio, verso quello che non si conosce, che va nutrito e, a volte, forzato. In un suo libro sulla scrittura delle canzoni Molly Ann Leikin parla dell’atteggiamento del musicista e in particolar modo del songwriter (colui che compone e scrive canzoni). Una delle prime cose che viene dette è che la persona che vuole intraprendere questa attività deve cimentarsi nella impresa titanica di conoscere “tutta la musica pubblicata”. Questo è ovviamente un invito “esagerato”, una provocazione: certo è che comunque si debba cercare di conoscere tutto il possibile sia per evitare di scrivere qualcosa che già esiste, ma anche perché l’ascolto, la memorizzazione, la conoscenza, ci arricchiscono, ci trasmettono degli input, ci fanno pensare a strade differenti. Tale atteggiamento va applicato non solo alle novità, ma a tutto ciò che non si conosce. E la parte più ampia di quello che non si conosce sta dietro di noi, non davanti. Molti musicisti giovani (soprattutto quelli che sono diventati tali senza passare per la musica classica), tendono a evitare di andare a frugare nelle radici, nel passato musicale più lontano. Il nostro paese ha una tradizione musicale fra le più importanti del mondo. L’Italia è considerata la patria del bel canto non certo per quello che è stato prodotto dalla seconda metà del ‘900 fino ad oggi, ma dalle meravigliose opere create dai maestri quali Giuseppe Verdi, Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti, Amilcare Ponchielli, fino ad arrivare ad uno dei più grandi maestri di tutti i tempi : Giacomo Puccini. La musica lirica, le melodie immortali contenute nelle “arie d’opera” sono nel dna di noi italiani come il gusto per il buon cibo e l’accoglienza cordiale nei confronti degli altri. E chi rinnega questa evidenza commette il doppio errore non solo di voler cancellare un passato glorioso, ma anche quello di non comprendere tutti quei gradini che artisticamente ci hanno portato ad essere quello che siamo. Conoscere il nostro passato è un dovere irrimandabile. Il mio consiglio è quindi quello di ascoltare (sia nei teatri durante i tanti festival lirici che su cd o dvd) le opere dei nostri maestri. Armati di libretto, si intende, per capirne le storie e le parole. E sono sicuro che in quelle melodie troverete moltissime cose familiari....
Giacomo Puccini (Lucca 1857-Bruxelles 1924)
Puccini eccelle nel dare intensità lirica ai sentimenti intimi e umili,nel tratteggiare con mano sicura gli ambienti in cui si muovono i suoi personaggi,soprattutto nel porre in rilievo la psicologia dell'animo femminile. Pregi delle sue opere sono l'articolazione espressiva del dialogo,le cui inflessioni accompagnano fedelmente l'azione per dispiegarsi poi nel canto,quando il sentimento si condensa liricamente e una orchestrazione varia che trae rilievo dal sagace impiego dei timbri orchestrali. continua 1 parte...
"O mio babbino caro", opera "Gianni Schicchi" (1918) la voce è di Montserrat Caballé (soprano) una delle più grandi voci liriche di tutti i tempi.. la dolcezza...la simpatia...la personalità...
www.youtube.com/v/RxZSP1Dc78Q&hl=it_IT&fs=1&"><
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Modificato da - pablo su 20 giugno 2010 15:52:14 |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 22 giugno 2010 : 23:54:05
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Madama Butterfly (opera in due atti)di Giacomo Puccini (libretto di G. Giocosa e L. Illica).L’ambientazione è quella che andava di gran moda a quei tempi e cioè l’Oriente, nella fattispecie il Giappone. Puccini, addirittura, si rivolse a una famosa attrice giapponese, Sada Yacco, per consigli sulla recitazione e sull’ambientazione e rendere più credibile la sua Cio-Cio-San (che vuol dire, non so se lo sapete, Madama Farfalla in giapponese). In quest’opera si ritrovano tutte le caratteristiche della scrittura musicale pucciniana, dal canto di conversazione alle improvvise aperture melodiche, che sono state spesso assai mal digerite dalla critica con la puzza sotto al naso.
Per concludere questa breve introduzione, vale la pena ricordare (attraverso il linguaggio armonico ed orchestrale)che Puccini mise mano più volte alla partitura e che già il 28 maggio 1904 l’opera ebbe un trionfo a Brescia. Ancora oggi Madama Butterfly è tra le opere più rappresentate in tutto il mondo.
Il famoso "coro a bocca chiusa"che chiude il secondo atto. www.youtube.com/v/oPA1RS47Ntc&hl=it_IT&fs=1&"><
Musicalmente la parte più delicata, più poetica dell'opera. Sembra un "notturno" molto ispirato, una ninna-nanna ,espressione incantevole suggerita a Puccini dal fatto che sia il bambino sia Suzuki (un personaggio dell'opera)si addormentano sulla scena. Una magica melodia,davvero notevole senza parole intonata dal coro dietro le quinte, un coro che svolge la stessa funzione di quello presente nella tragedia greca: ci rivela ciò che Butterfly (la protagonista dell'opera) ancora non sa o si rifiuta di sapere, l'imminente caduta delle illusioni e delle sue speranze.
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 25 giugno 2010 : 19:17:08
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da un sunto del critico musicale Riccardo Allorto:
La storia (come già scritto )di Madama Butterfly è ambientata in Giappone e narra della giovane Cio-Cio San, detta Madama Butterfly che, innamorata del tenente americano Pinkerton, decide di sposarlo secondo il rito giapponese. Pinkerton però non tiene molto in considerazione questo matrimonio e poco dopo le nozze parte per l'America lasciando sola Butterfly con la promessa di ritornare in primavera. Comincia così la triste vicenda della ragazza (che nel frattempo ha avuto un figlio), che per tre lunghi anni aspetta fedele il ritorno del suo sposo, nonostante tutti cerchino di convincerla che egli l'ha ormai dimenticata. Un giorno infatti compare all'orizzonte una nave che con un colpo di cannone annuncia l'atteso arrivo di Pinkerton. Tutta emozionata Butterfly abbellisce la casa con mazzi di fiori e indossa la veste nuziale. Ma Pinkerton arriva con un'altra donna sposata in America. Resasi conto della verità, Butterfly si ritira nella sua stanza, benda il bambino, gli dà dei giocattoli e si uccide con un pugnale.
aria :Un bel di vedremo dall'opera Madama Butterfly - Arena di Verona
Butterfly: (soprano )Raina Kabaivanska Coro e Orchestra Arena di Verona.
www.youtube.com/v/vcKR2UZVaD8&hl=it_IT&fs=1&"><
L'aria "Un bel dì vedremo" viene cantata da Butterfly (la giovane Cio-Cio San), detta Madama Butterfly (soprano) nel secondo atto ed è il momento in cui essa, confidandosi con la sua ancella, sogna l'atteso ritorno del marito.
testo: Un bel dì vedremo Levarsi un fil di fumo sull'estremo Confin del mare. E poi la nave appare. E poi la nave è bianca. Entra nel porto, romba il suo saluto. Vedi? È venuto! Io non gli scendo incontro. Io no. Mi metto là sul ciglio del colle e aspetto, aspetto gran tempo e non mi pesa la lunga attesa. E… uscito dalla folla cittadina Un uomo, un piccol punto s'avvia per la collina. Chi sarà? Chi sarà? E come sarà giunto che dirà? che dirà? Chiamerà Butterfly dalla lontana. Io senza dar risposta me ne starò nascosta un po' per celia,1 un po' per non morire al primo incontro, ed egli alquanto in pena chiamerà, chiamerà: "Piccina-mogliettina olezzo2 di verbena" i nomi che mi dava al suo venire. Tutto questo avverrà, te lo prometto. Tieni la tua paura, io con sicura fede lo aspetto.
L'inizio è delicatissimo e l'orchestra accompagna la melodia del canto con discrezione, creando l'atmosfera raccolta necessaria alla scena. Per Puccini l'orchestra non ha dunque solo il compito di accompagnare la cantante, ma è impegnata in un dialogo con la voce nel trasmettere agli ascoltatori le emozioni e i sentimenti della protagonista.
Dopo questo inizio, la melodia si fa meno lirica e si avvicina di più allo stile del recitativo. Sulle parole "per non morire al primo incontro…"ricompare poi la melodia iniziale che vede nuovamente impegnata tutta l'orchestra. Sulle ultime parole del testo l'orchestra si anima sempre di più e in un crescendo che arriva fino al fortissimo riprende per l'ultima volta, ma senza la cantante, l'appassionato tema principale.
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 27 giugno 2010 : 12:45:28
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aspetti dell'opera.. L’orientalismo presupponeva subdolamente o esplicitamente, una subalternitàdelle culture asiatiche a quelle occidentali; l’oriente veniva anche rappresentato come la parte femminile del mondo, mistificando un simbolo come il Tao e facendo del dualismo Yin-Yang una forzata allegoria oriente occidente. Gli accenti posti sul misterioso fascino dell’oriente fungevano da “afrodisiaco”, e l’emisfero Yin del mondo rimaneva terra di conquista, una civiltà decorativa e vacua, un luna park per occidentali arroganti e senza scrupoli. Le imprese coloniali, stante la corrispondenza di cui sopra, divenivano allegorie di conquiste erotiche, quando non di stupro etnico. Non di rado, tuttavia, letterati, poeti, commediografi e musicisti componevano opere di ispirazione e ambientazione esotica senza viaggiare oltre i confini dell' Europa o degli opulenti Stati Uniti d’America. Lo stesso Puccini aveva conosciuto le usanze giapponesi attraverso una sommaria visione di Madame Butterfly a Londra (dove egli si trovava per assistere alla prima inglese di Tosca) e grazie alla frequentazione dell’ attrice Sada Jacco e della moglie dell’ambasciatore del Giappone in Italia, Madame Isako Oyama. La creazione dell’ "opera giapponese" durò circa tre anni, anche a causa dell’incidente automobilistico occorso al musicista nel 1903. La gestazione di Butterfly, in vero, fu tormentata fin dall’inizio per l’opposizione di Belasco che pretendeva esosi diritti. L’abilità diplomatica ed una serie di stratagemmi letterari consentirono a Illica di porre mano al capolavoro di Cio-cio-san. Puccini, inizialmente concepì una tragedia che rappresentasse un netto dualismo Oriente-Occidente anche con la suddivisione in due atti con location contrapposte. Quanto ciò derivasse da una visione estremistica dell’orientalismo, quanto dalla non perfetta conoscenza della versione originale di Belasco non è necessario approfondire. Oggi noi conosciamo la realizzazione del 1904 con l’abbandono della sposa nipponica e con l’attesa commoventemente fiduciosa del ritorno di uno “sposo fedele” con quella nell’Olimpo delle melodie operistiche di tutti i tempi.
dovunque al mondo, romanza di Pinkerton (atto primo)
Pinkerton viene tratteggiato come uno spregevole cow-boy della marina statunitense, lo pensiamo maturo se non attempato : la sua "sposa" giapponese, ci informano tanto la tragedia teatrale quanto il libretto del melodramma, è appena quindicenne....
Si ascolti “Dovunque al mondo lo Yankee vagabondo” per comprender quale considerazione e rispetto egli avesse per le donne "non americane" ma pensiamo anche per le non WASP (bianche,anglosassoni e protestanti) ! Lo stesso soprannome Butterfly rimanda inequivocabilmente tanto alla farfalla come effimera e leggiadra creatura degna di un ornamento per un vaso o una seta del sol levante, quanto ad un oggetto da collezione da infilzare con un spillo in un quadretto: Cio-cio-san: "Dicon che oltre mare/se cade in man dell'uom,(con paurosa espressione)/ ogni farfalla da uno spillo è trafitta /(con strazio) ed in tavola infitta!", ma Pinkerton aveva già manifestato le proprie intenzioni :"qual farfalletta svolazza e posa / con tal grazietta silenziosa / che di rincorrerla furor m'assale /se pure infrangerne dovessi l'ale" La trama sarebbe piuttosto semplice, l'origine della tragedia è l'abbandono di una giovane donna da parte di un uomo amato, ma ciò che costituisce il tratto originale in Butterfly è che quest' ultimo non è un eroe come Teseo o Giasone, chiamato a grandi imprese mitologiche, ma un pusillanime ,vigliacco ufficialotto che, terminata la "vacanza" erotica ( a spese del contribuente del suo paese, ndr) , torna in patria per sposare un'americana "vera" tutta chiome bionde, ciglia svolazzanti a incorniciare occhi blu d'ordinanza, dedita a sfornare bimbi stelle e strisce e immancabili torte di mele!
Nazzareno Antinori (Tenore) Puccini Madame Butterfly:aria Dovunque al Mondo
www.youtube.com/v/XY7H1GRuASA&hl=it_IT&fs=1&"><
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Modificato da - pablo su 27 giugno 2010 12:47:46 |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 30 giugno 2010 : 15:41:37
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dove eravamo rimasti....
Pinkerton si vanta della sua immoralità anche al cospetto del console americano Sharpless (“Dovunque al mondo lo Yankee vagabondo”), maliziosamente parla della adolescente che gli spetta e che intende sposare secondo la legge giapponese, cioè col diritto di ripudiarla in qualsiasi momento per unirsi in matrimonio con "una vera sposa americana".
Cio-cio-san è teneramente innamorata di Pinkerton (“Ieri son salita tutta sola in secreto alla Missione”) e per lui patisce la maledizione dello zio che l'accusa di aver rinnegato la religione e le usanze degli avi giapponesi. Il rito viene celebrato. In preda a lascivo desiderio Pinkerton si unisce in matrimonio a Cio-cio-san, da tutti chiamata Madama Butterfly.
si conclude cosi... il primo atto
una stupenda..Mirella Freni nalla parte di (Cio-cio san) ed un superbo Placido Domingo nella parte di (Pinkerton)- in duetto cantano " Viene la sera " " Bimba dagli occhi pieni di malia " dalla Madama Butterfly di Giacomo Puccini.
www.youtube.com/v/w1ZjmBMsJFg&hl=it_IT&fs=1&"><
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 02 luglio 2010 : 18:57:12
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concludiamo in sintesi la parte finale dell'opera....
Atto secondo (Atto secondo parte prima) .... Pinkerton è partito con la promessa di tornare in primavera...................L'ancella Suzuki è incredula ma Butterfly è fiduciosa .
L'ufficiale americano, invece, nel frattempo ha sposato Kate, una donna americana e ha scritto a Sharpless perché questi prepari Cio-cio-san ad affrontare la realtà allorché egli giungerà con la sua sposa. Goro intanto propone nuovi mariti a Butterfly tra cui il ricco e nobile Yamadori, ma la donna li respinge ritenendosi sposa fedele di Pinkerton e mostra al console il figlio nato dal matrimonio col tenente americano, il quale è ignaro . La nave di Pinkerton approda e Butterfly la scorge e corre felice ad accogliere quello che ritiene ancora essere il suo sposo, esorta Suzuki perchè disponga le cose per l'accoglienza (“Scuoti quella fronda di ciliegio”), adorna la casa di fiori , indossa l'abito nuziale e si mette in attesa del consorte .
Atto terzo (Atto secondo parte seconda). Butterfly ha atteso tutta la notte invano. Giunge Pinkerton con Kate e manifesta l'intenzione di prendere con sè il bambino, guarda la casa dove ha vissuto con Cio-cio-san e con un misto di tenerezza, rimpianto e disgusto si allontana (“Addio, fiorito asil”). una grande interpretazione ....Luciano Pavarotti :Addio fiorito asil in un concerto a Budapest..qualche anno fa..
www.youtube.com/v/XM3fkNC_lNU&hl=it_IT&am
Addio, fiorito asil di letizia e d’amor! Sempre il mite tuo sembiante con strazio atroce vedrò Addio, fiorito asil, non reggo al tuo squallor. Ah, non reggo al tuo squallor. Fuggo, fuggo, ah, son vil! Addio, non reggo al tuo squallor, Ah! son vil, ah! son vil!
Sharpless consiglia Cio-cio-san di affidare il bambino ai Pinkerton (“Io so che alle sue pene”) ed ella , in lacrime, acconsente poi, desolata si prepara a togliersi la vita, abbraccia il figlio (“Tu, tu, piccolo Iddio”), e si suicida con un pugnale; Pinkerton torna mostrando un pentimento ormai tardivo....
Madama Butterfly - Con Onor Muore - Giacomo Puccini aria tragica e finale della madame butterfly interpretata da una stupenda Raina Kabaivanska (coro e orchestra arena di Verona).
www.youtube.com/v/4vK4BaGJwIs&hl=it_IT&
Con onor muore Chi non puo sebar vita Con onor
Tu? Tu? Tu? Tu? Piccolo iddio! Amore, amore mio. Fior di giglio e di rosa. Non saperlo mai…per te, Pei tuoi puri occhi Muore Butterfly… Perche tu possa andar Di la dal mare Senza che ti rimorda Ai di mature Il materno abbandono O a me, sceso dal trono Dell’alto paradise, Guarda ben fiso, fiso, Di tua madre la facial! Che ten’ resti una traccia, Guardo ben! Amore, addio, addio! Piccolo amor! Va, gioca, gioca.
Una dolcissima storia triste, di una ragazza prima ancora di essere madre, prima ancora di essere donna, capace di un grandissimo e tenue amore. Certo come ogni opera, può anche risultare poco comprensiva da ascoltare... ma credo che a prescindere dai gusti valga la pena soffermarsi su alcuni dei brani ed aspetti più toccanti..cercando di sintonizzare le sensibilità più argute,attraverso un percorso.. un'idea di questo capolavoro..(sperando di non avervi....... nel frattempo troppo annoiato..) un piccolo contatto...della sua dolcezza e della sua passione , che affascina ed ancora oggi... trasporta e commuove profondamente.. |
Modificato da - pablo su 02 luglio 2010 19:05:41 |
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marisa957
Utente Sfegatato
    
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1380 invii |
Spedito - 03 luglio 2010 : 09:02:04
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 03 luglio 2010 : 16:27:02
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.................................................................................................... Una nuvola nacque al centro di una grande tempesta sul Mar Mediterraneo, ma non ebbe neppure il tempo di crescere: un forte vento sospinse tutte le nubi verso l'Africa. Appena arrivarono sul continente, il clima mutò: nel cielo brillava un sole vigoroso e, laggiù in basso, si stendeva la sabbia dorata del Sahara. Il vento continuò a soffiare, spingendo le nubi verso le foreste del Sud, giacché nel deserto non piove quasi mai.
Ma le giovani nuvole possono essere soggette agli stessi comportamenti che caratterizzano l'adolescenza umana, e così accadde che la nostra nube decise di allontanarsi dai genitori e dalle amiche più anziane per conoscere il mondo.
"Che cosa stai facendo?" la rimproverò il vento. "Il deserto è tutto uguale! Rientra subito in formazione! Siamo diretti verso il centro dell'Africa, dove ci sono montagne e alberi meravigliosi!"
Ma, ribelle per natura, la giovane nuvola non obbedì: a poco a poco, si abbassò, planando come una brezza dolce e generosa fin sopra le sabbie dorate. Dopo averle sorvolate a lungo, notò che una duna le stava sorridendo.
"Buongiorno," disse. "Come si vive laggiù in basso?"
"Bè, in compagnia delle altre dune, del sole, del vento e delle carovane che, di tanto in tanto, si trovano a passare da queste parti. Talvolta c'è un gran caldo, ma si riesce a sopportarlo. E come si vive lassù in alto?"
"Anche qui ci sono il sole e il vento. Ma io ho il vantaggio di poter passeggiare nel cielo e conoscere tante cose."
"Per me, la vita è breve," disse la duna. "Quando il vento tornerà dalle foreste, io scomparirò."
"E questo ti rattrista?"
"Bè, mi dà la sensazione di non servire a niente."
"Anch'io vivo qualcosa di simile. Appena arriverà un nuovo vento, verrò spinta verso sud e mi trasformerò in pioggia. Eppure questo è il mio destino."
La duna esitò per qualche attimo, poi disse: "Sai che, qui nel deserto, la pioggia viene chiamata 'Paradiso'?"
"Non sapevo che mi sarei trasformata in qualcosa di così importante," disse la nuvola, orgogliosa.
"Ho udito varie leggende raccontate dalle dune più vecchie. Narrano che, dopo la pioggia, ci ricopriamo di erba e fiori. Ma io non saprò mai che cosa significhi tutto questo, perché nel deserto piove assai di rado."
Stavolta fu la nuvola a mostrarsi esitante. Ma, dopo un momento, si aprì in un sorriso e disse: "Se vuoi, posso inondarti di pioggia. Benché ti conosca appena, mi sono innamorata di te e vorrei restare qui per sempre."
"Anch'io mi sono innamorata di te fin da quando ti ho visto per la prima volta in cielo," replicò la duna. "Ma se tramuterai in pioggia la tua bella chioma bianca, finirai per morire."
"L'amore non muore mai," disse la nuvola. "Si trasforma. E io voglio mostrarti il Paradiso."
Poi cominciò ad accarezzare la duna con piccole gocce. Rimasero unite per lungo tempo, finché apparve un arcobaleno.
L'indomani, la piccola duna era ricoperta di fiori. Le nuvole dirette verso il centro dell'Africa pensarono che quello fosse un piccolo lembo della foresta di cui erano in cerca e riversarono altra pioggia. Vent'anni dopo, la duna si era trasformata in un'oasi che ristorava i viaggiatori con l'ombra dei sui alberi.
E questo perché, un giorno, una nuvola innamorata non aveva esitato a dare la propria vita per amore.
da...(P. Coelho, Sono come il fiume che scorre)...associavo questa piccola storia autobiografica..di Paulo Coelho con serenità al sentimento vissuto della nostra protagonista.. l'amore di Cio cio san (al secolo Madame Butterfly)
che buffo per un attimo..pensavo ai tempi veloci che caratterizzano distrattamente e rapidamente gli stati d'animo dei nostri giorni...rendendo quasi impossibile comunicare le proprie emozioni ..la consuetudine che divora la nostra fantasia.....mentre delle riflessioni attraversavano come un percorso tortuoso i miei pensieri.....già !un sentimento davvero complesso (l'amore)....che può rappresentare l'unica ragione per continuare a vivere...e lottare ..mentre a volte architetta trappole mortali e finisce per annientare chi ha deciso di concedersi totalmente...
grazie a te marisa.. a tutti per le visite e per i numerosi contatti...
a presto..ciao
www.youtube.com/v/prC2VsOs8XE&hl=it_IT&fs=1"><
Sotto la gronda della torre antica Una rondine amica, Allo sbocciar del mandorlo é tornata. Ritorna tutti gli anni, Sempre all stessa data; Monti e mare essa varca per tornar. Solo amore Quando fugge e va lontano Speri invano ma non torna più. Speri invano ma non torna più.
Nella penombra dolce della sera Passa la primavera. Cinguettano le rondini nol volo, Ebbre di luce e d’aria Ed io son triste e solo; Monti e mare tu non varchi per tornar. Mia piccina, fosti tutta la mia vita; Sei fuggita ma non torni più Sei fuggita e non torni più
autore..Vincenzo de Crescenzo |
Modificato da - pablo su 03 luglio 2010 16:32:09 |
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marylu
Utente Sfegatato
    
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19958 invii |
Spedito - 05 luglio 2010 : 22:28:45
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Ciao Pablo
come stai? Io ti seguo spesso anche se non intervengo. Mi piace leggerti. Ormai dalle tue parti saranno arrivati già i turisti e la vita, sicuramente, si è movimentata. Bella A...... anche se è un luogo che conosco di meno rispetto ad altre zone che si trovano a nord della città del Santo. |
marylu |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 07 luglio 2010 : 17:59:38
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Innanzitutto desideravo ringraziarti per gli spunti di riflessione e per le gentili attenzioni ..dimostrate...attraverso gli spazi del nostro piccolo sentiero artistico ..la mia salute attualemnte bene..(come spero anche la tua)a parte qualche controllo noioso a cui devo sottopormi saltuariamente...sai proprio l'altra giorno pensavo che....l'opera lirica sia un fattore di identità, un modo per riconoscersi. Pestata sul pianoforte, l'opera ha qualcosa di primordiale mentre..l'ascolto, che è stato solitario, viene comunicato come una poetica delle sensazioni allargata e intensificata. La letteratura come la musica è fatta a volte di ritmo e note. Le note sono le parole. Per questo rileggo i libri e le pagine una dietro l’altra per “Sentire” l’effetto del loro succedersi. A volte un sottofondo musicale mi può aiutare a scrivere, può stimolare l’ispirazione che passa da un linguaggio ad un altro. Un romanzo musicale nel contenuto e nella forma come nella vita...La musica è per me un linguaggio universale, non ha bisogno di parole per descrivere un’emozione, è qualcosa di immediato, che libera la nostra sfera sensibile. p.s. se ti trovi a passare dalle mie parti..l'invito per sorseggiare un buon caffè..(invito naturalmente esteso anche ad altri amici del forum)da una delle tante logge sul mare che la città (a proposito ...le tue latitudini geografiche?)offre attraverso i suoi spunti panoramici.. rimane sempre valido...ciao mary...
Oltre La Tempesta : Salvatore Licitra - Marcelo Alvarez
www.youtube.com/v/8yZlZ8cd4KU&hl=it_IT&
È Volando un po con te Che sento questo cielo Che piano se ne va Its flying for a while with you That I feel this sky Leaving slowly
Come aquile si va Leggere noi, in questo vento Just like eagles we go Light in this wind
Se guardo fuori, come una tempesta Che prende te che prende me Se ascolto dentro, è meglio che io non mi ascolti è ancora troppo forte questo vento If I look outside, like a storm Which takes you, which takes me If iI listen inside, Id better not listen to myself This wind is still too strong
Se non con te, come vivrei Con chi farei la strade Che portano a questo posto, nascosto Senza di te non salirei non andrei oltre queste montagne che Offscano I miei pensieri E se ne andrà, questa città Ma arriveremo ancora Oltre questa tempesta che va If not with you, how could I live With whom would I walk down the roads Leading to this hiding place Without you, I wouldnt go up No, I wouldnt go beyond these mountains which Are blurring my thoughts And it will go away, this town But we will come again Beyond the storm which goes by
Guadando fuori cè già più calma E aspetta te aspetta me Se ascolto dentro È meglio che io non mi ascolti È ancora troppo forte questo vento Looking outside theres more calm already And its waiting for you and its waiting for me If I listen inside Id better not listen to myself This wind is still too strong
E se ne andrà, questa città E ci sarà nell'aria vento di primavera
E volerai, ti seguirò andremo ancora fuori da questo inverno In cerca di un altro cielo e se ne andrà, si se ne andrà And it will leave, this town And a spring winf will be in the air In the air And you will fly, I will follow you We will once again go out of this winter Searching for another sky And it will leave, yes it will leave.
Insieme a te, insieme a noi Arriveremo ancora oltre questa tempesta Che se ne va Together with you, the two of us together We will come again beyond this storm Which goes away |
Modificato da - pablo su 07 luglio 2010 18:00:18 |
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