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R E V I S I O N E      D E L L A      D I S C U S S I O N E
pina Posted - 20 maggio 2012 : 13:58:18
Rai e Tg1: “La prova del cuoco” al posto di Brindisi e i Maya sul sisma in Emilia

Ieri il servizio pubblico ha mandato in onda una replica del programma della Clerici anziché aprire una finestra informativa sulla strage di Mesagne. Stanotte invece, durante il terremoto nel Nord, ha trasmesso senza interruzioni un film indiano. Il Cdr: "Ora basta"

Rai e Tg1: “La prova del cuoco” al posto di Brindisi e i Maya sul sisma in Emilia
Ieri il servizio pubblico ha mandato in onda una replica del programma della Clerici anziché aprire una finestra informativa sulla strage di Mesagne. Stanotte invece, durante il terremoto nel Nord, ha trasmesso senza interruzioni un film indiano. Il Cdr: "Ora basta"


Una
replica de “La prova del cuoco” e un film indiano di quasi quattro ore. Poi Red Ronnie che al Tg1 collega il sisma in Emilia alla profezia dei Maya secondo cui la fine del mondo avverrà nel 2012. La Rai, ovvero il servizio pubblico, non informa gli italiani in tempo reale dell’attentato di ieri alla scuola di Brindisi e del terremoto che ha colpito le province di Modena, Bologna e Ferrara. E preferisce evitare stravolgimenti nella programmazione nonostante la gravità dei fatti di cronaca.

Nessuna variazione di palinsesto ieri mattina a seguito dello scoppio dei tre ordigni che hanno causato la morte di Melissa Bassi, la studentessa di 16 anni morta a seguito dell’esplosione all’istituto Francesca Morvillo Falcone a Mesagne. A quell’ora, infatti, andava in onda su RaiUno una replica della trasmissione di ricette e fornelli condotta da Antonella Clerici. Una scelta che ha provocato anche la reazione del Cdr del Tg1 che in una nota ha scritto: “Mentre a Brindisi si consumava la cronaca di un orrore che respingiamo con sdegno, nelle ore centrali della mattinata su Raiuno andava in onda una replica della Prova del cuoco. Un colpo d’occhio sconcertante il paragone con altre reti”. Una scelta editoriale che non trova giustificazione, “perché la redazione del Tg1 fin dalla mattina aveva coperto l’avvenimento drammatico con professionalità e completezza. E avrebbe potuto continuare a farlo”.

Nonostante la rilevanza di quanto accaduto, prosegue la nota, “nell’arco della giornata ci sono state concesse solo due brevi edizioni straordinarie, mentre nel pomeriggio proseguiva la normale programmazione di Raiuno con un talk show”. Poi il Cdr del Tg1 che “chiede alla Rai e alla direzione se ci considera ancora la testata ammiraglia”. I cronisti della testata sono infatti convinti di “poter fornire un valore aggiunto all’informazione della Rai” e ricordano “che soprattutto nei momenti drammatici i giornalisti sono pronti a mobilitarsi per offrire ai cittadini l’informazione dovuta”. E anziché ricevere risposte positive dall’azienda riguardo a “un piano di rilancio che possa restituire credibilità e ascolti alla nostra testata”, ricevono “proposte di tagli e mortificazioni mentre vertici scaduti condannano la testata alla paralisi. È ora di dire basta”.

O meglio, sarebbe ora di “dire basta” perché la mancanza di informazione del servizio pubblico va in onda anche stanotte, quando alle 4.04 si verifica il sisma in Emilia. A quell’ora, infatti, RaiUno trasmetteva “La sposa dell’imperatore”, film indiano in stile Bollywood della durata di 213 minuti, in programmazione dall’1 e 35 fino alle 5 del mattino. Che non è stato interrotto. Alla mattina, però, il Tg1 decide di telefonare a Red Ronnie (contattato anche da SkyTg24) per avere una testimonianza sul posto. Il presentatore emiliano infatti é residente a Pieve di Cento in provincia di Bologna, “a 10 chilometri dall’epicentro”, come scrive sul suo account Twitter.

Noi eravamo quasi rassicurati dopo il terremoto all’Aquila perché dicevano che noi in pianura padana non correvamo questi rischi”, attacca Ronnie. Poi, dopo avere ricordato i tweet scambiati con Fiorello, Saturnino e Paolo Belli parla della connessioni tra il sisma e le teorie secondo cui il mondo finirebbe a dicembre 2012. ”Sono arrivati i tweet anche in Sudamerica”, dice, dove sono “molto preoccupati perché sono legati alle profezie dei Maya”. Infatti, prosegue, “mi hanno anche mandato un articolo fatto due giorni fa dove prevedevano un terremoto il giorno 20#8243; visti gli “allineamenti delle Pleiadi“, anche se ci tiene a puntualizzare di non essere “un esperto”. Insomma “in Sudamerica vedevo che seguivano il terremoto italiano su twitter con una preoccupazione incredibile”. In più aggiunge di avere ”dialogato con una ragazza in Honduras che dice che hanno un vulcano per cui sono molto preoccupati e credono in una connessione con questo terremoto”.

Barbara Capponi dallo studio del Tg1 aspetta la fine dell’intervento poi lo saluta: “Ringraziamo Red Ronnie per questa sua toccante testimonianza. Sono i luoghi della sua vita e della sua storia

1     U L T I M E      R E P L I C H E    (Newest First)
pina Posted - 20 maggio 2012 : 14:03:44
Brindisi, pm: “Probabile gesto isolato, in un video il volto dell’attentatore

Svolta nelle indagini sull'attentato alla scuola costato la vita a una ragazza. Una singola persona "in guerra col mondo" avrebbe innescato le bombole di gpl con un telecomando volumetrico. Il momento ripreso da telecamere di sorveglianza. Interrogato un ex militare esperto di elettronica.

Brindisi, pm: “Probabile gesto isolato, in un video il volto dell’attentatore”
Svolta nelle indagini sull'attentato alla scuola costato la vita a una ragazza. Una singola persona "in guerra col mondo" avrebbe innescato le bombole di gpl con un telecomando volumetrico. Il momento ripreso da telecamere di sorveglianza. Interrogato un ex militare esperto di elettronica

di Antonio Massari | 20 maggio 2012
Commenti (336)Più informazioni su: Brindisi, brindisireport, scu, Scuola, testimone.

L’attentatore della scuola di Brindisi è stato immortalato da telecamere di sorveglianza mentre preme il telecomando dell’ordigno che ucciderà la sedicenne Melissa Bassi e ferirà diverse sue compagne, una in modo grave. Lo ha detto il procuratore della città pugliese Marco Di Napoli al termine di una conferenza stampa, parlando di “immagini terribili”. A quanto si apprende, le immagini mostrerebbero un uomo brizzolato, tra i cinquanta e i sessant’anni, con una giacca, che preme il telecomando da dietro un chiosco. Poi aspetta che il passaggio delle ragazze faccia scattare l’esplosione. Subito dopo fugge via, girandosi verso una telecamera. Circa 70 secondi che, con ogni probabilità, imprimeranno la svolta all’inchiesta.

Le indagini, aperte sul reato di strage, articolo 422 del codice penale, sono ancora coperte dal riserbo. Ieri è stato interrogato un ex ufficiale dell’aeronautica: un passato vicino ai Servizi, famigliari che vendono bombole di gas – l’ordigno era costituito da tre bombole di gpl – e buone conoscenze di ingegneria elettronica. Insieme all’uomo – secondo quanto riferisce Brindisireport.it, il sito che per ieri ha diffuso le prime immagini dell’attentato - ci sarebbe anche una seconda persona interrogata.

Quella dell’attentatore folle, di un uomo per qualche ragione “in guerra con il mondo”, o che intende creare “tensione sociale”, è al momento la prima delle piste investigative. Che quindi contempla il rischio che l’attentatore possa ripetere azioni simili. Di certo, dice il procuratore Dinapoli, chi ha piazzato le bombe ha lasciato tracce: ”Abbiamo delle buone immagini – ha dichiarato questa mattina – non ce le hanno regalate, ce le siamo andate a cercare”. Dalle immagini è stato ricavato l’identikit di una persona, che dai tratti somatici “non è uno straniero”, ha detto in conferenza stampa il procuratore, allontanando implicitamente una delle tante piste evocate, quella del terrorismo islamico.

Tutte le ipotesi restano aperte, ma secondo Dinapoli quella al momento più probabile è il gesto di un singolo animato “da una volontà stragista”, senza l’intenzione di colpire una persona specifica. Dalle immagini sembrerebbe essere “un gesto isolato”, comunque compiuto in maniera programmata e razionale, anche se non è escluso il “gesto terroristico” (che comunque può essere iniziativa di un singolo). Nelle parole del procuratore la pista mafiosa perde decisamente quota, ma la scelta di una scuola intitolata a Francesco Morvillo Falcone a pochi giorni dal ventesimo anniversario della strage di Capaci potrebbe non essere casuale, bensì compiuta “per dare risalto” all’azione. Non è arrivata nessuna rivendicazione, ha precisato comunque Dinapoli.

L’ordigno utilizzato “non è alla portata di tutti”. Tre bombole di gas gpl innescate da un telecomando “volumetrico” – che si attiva al passaggio di persone, come gli antifurto domestici – che ha fatto scatenare l’esplosione al momento del passaggio delle prime ragazze nel suo raggio d’azione. Un congegno la cui costruzione – ha affermato il procuratore Dinapoli – richiede buone conoscenze di elettronica.

Una schiarita nelle indagini, insomma, dopo che ieri sera il procuratore era comparso con le lacrime agli occhi. “Non possiamo lasciare impunito chiunque abbia agito con questa crudeltà – aveva detto commosso – perché lo Stato deve rendere giustizia all’orrore di queste bambine colpite a morte”.

Nonostante gli elementi raccolti, gli investigatori continuano a prendere in considerazione ogni pista. Anche quella di un legame con la mafia e una “trattativa bis”, che giunge da ambienti investigativi centrali, mentre, qui a Brindisi, l’ipotesi mafia viene considerata residuale: “Una bassa probabilità” dicono gli inquirenti al termine di una lunghissima riunione. Anche il procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta, è scettico sull’ipotesi di un attentato mafioso.

Di certo lo Stato ha reagito. Decine e decine di investigatori arrivano da tutt’Italia. Dinapoli lo sottolinea: “Non siamo stati lasciati soli, ci sono i migliori investigatori d’Italia qui con noi”. “È terrorismo puro” diceva ieri il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso.

L’ipotesi investigativa sull’azione di un folle è inquietante. Ma è molto meno pericolosa della matrice terroristica. Gli inquirenti hanno controllato le liste degli imbarchi al porto, per la maggior parte navi che traghettano verso la Grecia, e anche lo scenario del terrorismo internazionale è tenuto in considerazione. Meno della matrice terroristica nazionale, però, anche se l’ipotesi che abbia agito un singolo sembra intatta. “Per un’operazione del genere”, dice un investigatore, è sufficiente anche l’azione di un solo uomo.

La pista meno convincente, invece, riguarda la mafia locale, anche se molti elementi, all’inizio, avrebbero potuto far pensare a un attentato della criminalità di Mesagne, patria della Sacra Corona Unita. Il luogo che ha dato i natali al fondatore della Scu, Pino Rogoli. Il 2 maggio scorso era stata fatta saltare in aria l’auto di Fabio Marini, presidente della locale associazione antiracket. E dieci giorni fa un’operazione di polizia, la “Die Hard”, aveva portato in carcere 16 esponenti dei clan, dopo le rivelazioni del pentito Ercole Penna.

Il padre di due delle ragazze ferite, Ilaria e Veronica Capodieci, è un imprenditore che collabora con Libera Terre di Puglia. Mai, però, la Sacra Corona Unita ha alzato così il tiro. E comunque vada, la pressione dello Stato, da oggi, nei suoi confronti sarà ancora più pesante. Restano i simboli che riguardano Cosa Nostra: il nome della scuola, Morvillo Falcone, il premio per la legalità ricevuto dallo stesso istituto, la Carovana antimafia in arrivo e la presenza dei familiari di Totò Riina a pochi chilometri, a San Pancrazio Salentino. “I familiari di Riina?”, dice un investigatore, “è una pista che non ci convince: questo è terrorismo. Un terrorismo nuovo. Ma è terrorismo”.


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