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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 18 agosto 2010 : 17:29:20
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sogno di una notte di mezza-estate
(dialogo fantastico-fantasioso tra improbabili favole e indefinite realtà)
distrattamente...in questo periodo leggo libri di letteratura spagnola contemporanea e mi vengono in mente alcune cose, le stesse che mi accingo a scrivere "come un viandante"...
a cura di :José Ortega y Gasset
Grandi e piccini, vecchi e giovani, sapienti e ingenui, tutti abbiamo dentro una visione dell’universo più o meno frammentaria. La cultura non è altro che il mutuo scambio di questi modi di vedere le cose di ieri, di oggi, del futuro. Una peccaminosa sicumera, fiore della vanità,ci racchiude ciascuno in se stesso e converte ogni uomo in un’isola. Forse la superbia c’impone di essere Cesare o nulla, forse vorremmo che le nostre opinioni fossero quelle definitive, esemplari, uniche, e un po’ di sfiducia ci fa preferire di occultarle anziché esporle al fiasco o all’indifferenza. Occorre imparare a fuggire un simile vizio. In un romanzo contemporaneo compare un ragazzo dai grandi, dolci occhi tranquilli,zelante nel lavoro, ma di scarsa prontezza, che tra i suoi compagni di classe di latino occupa sempre l’ultimo posto. E questo povero bambino, che non è intelligentissimo, ma ha nel suo animo profondissime e ricche vene d’oro, riesce a consolarsi con un’osservazione divina, che Platone non avrebbe rifiutato nella sua Repubblica: «Alla fin fine, diceva, qualcuno deve pur essere l’ultimo». Benché sembri una dolorosa ironia, abbiamo un gran bisogno d’imparare ad essere gli ultimi tra i nostri concittadini, a considerare senza rancore né risentimento il posto che ci è assegnato nella repubblica, dove sono necessari e utili tanto i primi quanto gli ultimi. Così in letteratura e in tutta la nostra vita odierna si avverte un prurito di genialità e di millanteria concepibile solo dove le fantesche e le vecchie teste si preoccupano soltanto di essere prime in classifica, ritenendo disprezzabili tutti gli altri posti. Impariamo a essere i secondi, i terzi, gli ultimi. Forse l’insegnamento più profondo dato dal rapporto con le cose reali -lasciato in noi da quella stagione di abbraccio alla vita, al passaggio dai venti ai trent’anni- è che la vita merita la pena di essere vissuta intensamente...
fine 1 parte... continua
www.youtube.com/v/MKmZR9njtv8?fs=1&hl=it_IT">
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 19 agosto 2010 : 12:52:58
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Poesia di Beppe Costa, video e voce di Caterina Intelisano.....
"Cenere" di Beppe Costa
Nasceva il mondo tenero bambino feroce assassino Nasceva stordito guardava attorno a sé dov'era la luce Nasceva il mondo e anch'io ma tu no ..non c'eri ancora tu Credevo sognare guardavo perduto animali sgozzarsi fra loro una musica dolce sembrava un pianoforte che già c'era tu ancora no.. tu no
Nasceva il mondo guardavo le stelle e la luna parevano piangere per quante stragi l'uomo sotto commetteva com'era possibile? nascevo io ed i popoli si massacravano tu ancora non c'eri s'inventavano i giochi s'illuminavano le strade arrivavano inglesi americani il jazz sostituiva il flamenco ricostruivamo strade e case si spazzava la cenere a tonnellate nasceva di nuovo il mondo Tu ancora no...
Nasceva il mondo l'amore con me lasciavo case e nonni l'Etna ricopriva ancora di cenere appena spazzata le città, anche la mia ma tu, tu non arrivavi sbrigati chè tardi come farò sennò ad amarti se ancora tu, tu ancora non arrivi...
Eppure si lasciavano dietro Ricordi di vite bruciate O soltanto uomini e donne e bambini in cerca di cenere per riavere qualcosa ch'era andato perduto Ma tu, tu doveri ancora?... Suonavo, suonavo per te, in attesa di te anche ora che la luna non c'è le note di piano prendevano strade e colori coprivano il grigio del mondo arrivavano stelle con ancora più luce
Appena bambino qualcuno mi disse aspetta ancora un pò studia le note arriverà anche lei, ci sarai anche tu ma tu, tu ancora non c'eri ed io già vecchio di cent'anni nel millenovecentosessantadue già ci pensavo tenendoti stretta
In silenzio un silenzio di note sfiorate di dita che andavano volavano per rendere dolci l'immane tragedia che uccideva milioni e milioni di persone così per fare cenere per riscaldare Nasceva il mondo, dio, perché, nascere se tu ancora non ci sei? Sarà tardi, troppo, sarà ormai troppo tardi sarò cenere anch'io quando tu arriverai si spezzeranno dita con la voglia di suonare ma io ci sarò, ombra, magica per te io ci sarò sempre ad amarti a tenerti le dita fra le mani anche quando il mondo si spezzerà e luna e stelle e cielo andranno via e noi con loro per sempre e saremo solo cenere nel vento
www.youtube.com/v/_aIrB-Mm9jg?fs=1&hl=it_IT">
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Modificato da - pablo su 19 agosto 2010 13:01:18 |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 20 agosto 2010 : 16:12:01
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Quanto operiamo, o ciò che facciamo tenendo conto dei tanti concetti e dei non scarsi codici morali va sovente contro natura. Questa non vorrebbe tener conto né dei consigli, né delle imposizioni, né delle remore, siano esse inconsce, razionali o forzate. Vorremmo che la nostra libertà di umani non avesse limiti, ma dobbiamo sempre fare i conti con i nostri simili, ed anche con i tanti confini, ereditati, impostici o creatici da una coscienza, che viene man mano arricchita dai concetti che la famiglia e la scuola, ma anche le corpose leggi c’impongono ad ogni piè sospinto, man mano che procediamo acquisendo responsabilità, ed estendendo i nostri passi su sentieri prima inesplorati. Ove sia naturalità non vi è attecchita la morale. Ove dòmini la morale non si può parlare di naturalità. Dovremmo scegliere di volta in volta la via più sensata, che non può essere mai la bisettrice. Non si può esser certi che l’aver diviso una mela in due parti esatte sia fatto bene. Così bisogna di caso in caso ragionare e scegliere la mediana ponderata, sorta di centro di simmetria o baricentro. Il seguire ciecamente l’una e l’altra, la naturalità o la morale, il libero arbitrio o la piena legalità può essere ora dannoso per chi sceglie; in altri casi dannoso per gli altri con cui abbiamo a che fare. Non intenderei lasciar capire che è bene usare il libero arbitrio, certo, però a volte ci sono situazioni in cui veniamo a trovarci, che non potremmo impastoiarci troppo. Talvolta uscire da qualche regola che non pregiudichi nulla o chicchessia potrebbe essere la via per uscire dalle nevrosi provocate dalla complicatissima e talvolta invivibile vita.
www.youtube.com/v/-LXl4y6D-QI?fs=1&hl=it_IT"><
p.s. debussy fu acutamente sensibile alle suggestioni delle altre arti:egli affermava che profumi,suoni,colori e numeri erano collegati fra loro.Pochi musicisti ebbero come lui la capacità di cogliere gli aspetti più significativi delle arti del loro tempo.... grazie a un contrappunto innovativo e a dinamiche molto curate.. diverse opere di Debussy (come di altri autori) si basano sulle proporzioni della sezione aurea, ovvero sul rapporto a:b=(a+b):a, rintracciabili negli astratti principi di simmetria musicale ed aritmetica su cui alcuni compositori dell'epoca usavano basare talune eteree e smaterializzate composizioni. ...(..è (all'incirca) lo stesso principio dove con umiltà e ricerca ho ricavato (da espedienti exstratonali applicati ai numeri)il metodo delle ambate in questione)... |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 22 agosto 2010 : 16:26:35
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Note stonate
sul pentagramma della vita
come carezze
troppo a lungo trattenute
a rincorrersi tra incastri di braccia,
mentre scorre il giorno
sul volto del mondo.
Magia è comporle,
musica oltre la melodia,
a cercare una chiave di violino,
in un infinito perdersi
di versi impressi su un foglio.
Nell'archivio del cuore
non ci saranno più note
dal sapore di rovere antico,
né il dolore banale dei giorni,
ma rugiada che gocciola
su grappoli di ricordi
che io continuo a macerare
nelle fibre increspate dell'anima (anonimo)
www.youtube.com/v/RmY5cGVN6mQ?fs=1&hl=it_IT"><
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Modificato da - pablo su 22 agosto 2010 16:27:41 |
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marylu
Utente Sfegatato
    
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19950 invii |
Spedito - 22 agosto 2010 : 22:47:38
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Ciao Pablo
finite le ferie, da domani si ritorna al lavoro. |
marylu |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 23 agosto 2010 : 23:36:59
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 30 agosto 2010 : 16:11:58
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................................................................................................. Osserva la musica, essa fa parte della vera bellezza dello spirito. Poiché è un ponte tra il finito e l’infinito. Con l’armonia dei suoni, si uniformano l’armonia dei colori che ci circondano e inondando la mente, pervadono quell’espressione del sé dell’anima. Lascia che la musica migliore pervada la tua vita e dalle voce, poiché nell’assenza delle sue vibrazioni c’è fame di percezioni necessarie per l’anima e la musica sa nutrirla. In coloro che sono capaci di ascoltare, risveglia la massima espressione della Speranza e il meglio del cuore. La musica è quella lingua universale che suscita e rivolta l’espressione in coloro che gioiscono e in coloro che soffrono. E’ il mezzo per esprimere le armonie del sé mentale mentre si relaziona con l’ideale spirituale,scorrendo, attraverso la natura del ritmo, del tono e del suono. Se ascolti e vivi la musica, ascolterai Te in te stesso e conoscerai ciò che la conoscenza non può varcare né mirare. La musica è parte integrante dell’anima, poiché l’anima respira vibrando. La musica è quell’elemento che può far nascere le passioni, che può calmare gli animi, che può attraversare le distanze tra il ridicolo ed il sublime,che può far nascere nostalgie, ricordi e pensieri di persone amate, dell’infanzia, di casa,del paradiso, del sorriso di un bambino, delle lacrime di una donna,di un rimpianto e di una commozione. Svariate sono le emozioni che la musica suscita a livello insolito nel corpo,l’esperienza, nei suoi molteplici effetti, ti conduca a scoprire che, l’emozione dei sensi, non eguaglierà mai la pace dell’anima. Sperimentandone l’esperienza nella ricerca del costruttivo, riconoscerai in te stesso, la differenza tra ciò che accarezza e ciò che cura, tra ciò che sconvolge e ciò che plasma. Poiché la musica possiede radici nella terra e ali per il cielo. Ascolta, riconosci e fa vibrare la Tua musica. Ricorda che dentro ciascun atomo c’è un nucleo che dentro ciascun nucleo ci sono i quark e che i quark altro non sono che impercettibili stringhe che vibrano come corde di violino e i suoi suoni sottili, per l’anima sono i più vibranti. L’universo intero è la Grande Sinfonia diretta dal Primo Musicista.
(anonimo)
www.youtube.com/v/CjCk8kRFhC4?fs=1&hl=it_IT"><
le scene del capolavoro del grande maestro... Charlie Chaplin: "Luci della città"....sulle note de "Il cielo in una stanza", nella versione di Franco Battiato...Un canto d'amore e di semplicità: "Sì, ora posso vedere"............... |
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marylu
Utente Sfegatato
    
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19950 invii |
Spedito - 01 settembre 2010 : 21:27:44
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Ciao Pablo
oggi ho visto sulla costa tirrenica un mare azzurro profondo, proprio bello; ero di passaggio. La costa, vista dalla strada, in questo periodo, è più attraente. Dove vado in villeggiatura, invece, il mare è decisamente di colore diverso: è verde ma l'acqua è più cristallina (almeno all'apparenza) Bye |
marylu |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 02 settembre 2010 : 11:19:03
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..mary passi dalle mie parti in sordina..che combini???sei proprio una simpatica pasticciona..(..insieme ad i tuoi viandanti ..saresti stata una graditissima ospite ed avremmo cenato in qualche locale caratteristico del luogo assaggiando il buon pesce fresco di queste latitudini..).comunque..hai ragione..il mare in questo periodo ha atmosfere chiare e colori cristallini che variano tra il turchese..l'azzurro ed il profondo blu...un paesaggio oserei definire quasi unico.. incredibilmente ricco di suggestioni naturali..con un clima "da cornice" geograficamente privilegiato che le regala profumi di una "eterna primavera".Pensa ieri sera passeggiando come al solito..lungo il basgnasciuga immerso nelle mie riflessioni..ammiravo lo splendido scenario delle eolie..affascinato dalllo stromboli che sbuffava all'orizzonte ...momenti di grandezza e di estremo splendore..
www.youtube.com/v/df-eLzao63I?fs=1&hl=it_IT"> |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 06 settembre 2010 : 16:10:02
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a cura di :José Ortega y Gasset..........
La mia mente è fiacca il mio ritmo è lento anche il suono stacca mi serve la formattazione, lo sento....non più antichi sguardi che s'incontrano coi tuoi vecchi e ridicoli dati i miei virtuosismi non girano oggi però le palle mi son girate e in un baleno...non più liti furibonde e teneri abbracci riappacificanti ho cancellato tutto col mouse in mano.... non più corpo non più vista..Ah, ora sì, memoria libera! in questa diversa presenza..fresca immacolata ora sì sto bene, via tutto quel che era! meglio, ora che ti ho cancellata..“l’estate”.............. arriva improvvisa,sulle rotte della vita, senza effetti speciali,subito esagerata, calda sudata abbondante di promesse goduriose. Portando, un lunedì, branchi di visi pallidi, con costumi da bagno sfavillanti di vetrina, intrigantemente a segnalare curve, protuberanze, incavi e rilievi, strabordanti a volte. E bambini, come cuccioli in libertà, avvinghiati da salvagenti a ciambella a papera a coccodrillo delfino orca e chissà che altro, quest’anno, sotto l’occhio vigile e preoccupato della …nonna, che quelli della mamma e del papà sono richiesti su altri obbiettivi, urlazzano sulla battigia liberatoria, alfine, dalla moquette azzurrina sintetica, di casa. Gli addetti al salvataggio, esibendo una epidermide protevitaminica da concorso, color riace, fanno gli onori di casa e selezionano, pro domo loro, le papabili per le serate ballerine sulla terrazza dello stabilimento e poi…Pan satiro cupido volendo, qualcuno inciderà una nuova tacca al calcio della propria colt o del beautycase, storie veloci, velocissime, da consumare subito, via dagli occhi indiscreti o sotto gli occhi di tutti. Favole di stagione, e come le stagioni, anche l’estate, quella turistico-balneare, se ne và, portandosi via quell’effimero che è successo o, al peggio che poteva succedere, lasciando in bocca sapori dolci e amari, che ognuno rimuginerà a casa sua......La mia mente è fiacca il mio ritmo è lento anche il suono stacca mi serve la formattazione, lo sento....non più antichi sguardi che s'incontrano coi tuoi vecchi e ridicoli dati i miei virtuosismi non girano oggi però le palle mi son girate e in un baleno...non più liti furibonde e teneri abbracci riappacificanti ho cancellato tutto col mouse in mano.... non più corpo non più vista..Ah, ora sì, memoria libera! in questa diversa presenza..fresca immacolata ora sì sto bene, via tutto quel che era!meglio, ora che ti ho cancellata.......................dal sogno ad un tratto mi sono cosi svegliato...il sole basso all'orizzonte ha dei colori tenui.. bellissimi e la pioggia ingenuamente ha lasciato un velo di stelle sull'asfalto...io nuvola finalmente libera sorrido felice volo cosi fino alla prossima estate..........
www.youtube.com/v/YGRO05WcNDk?fs=1&hl=it_IT"><
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Modificato da - pablo su 06 settembre 2010 16:20:42 |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 08 settembre 2010 : 23:07:36
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Cammina lentamente sotto la pioggia, l'impermeabile ha pianto le sue fatiche, Parigi non è mai stata cosi vuota, cosi silenziosa, cosi priva d'amore. Lui cammina, ecco che sul viso abbozza un sorriso, il petto si gonfia di tramontati piaceri, i sogni ora si mischiano alle pozzanghere. Ma se potesse... No!Si mette la testa tra le mani, e bussa all'Autunno senza neanche una illusione. Ma se non fosse... No!No!No! Non vuole più darsi speranza. Le serate, le voci, le luci, e quel ritorno al mistero ogni sera prima di dormire, torbide acque dove affogare e da dove rinascere sempre confuso e mortale.
Ora non vuole più dissetare vergini passioni.
Chi odiare questa notte,passeggiando per la rive gouche, sognando i quadri di Toulouse Lautrec, il calore del rosso porpora dell'antica Rue des Moulins. Con le mani nelle tasche della sua impermeabile è piccolo, piccolo, il dolore è cosi dannatamente indifferente, il dolore è cosi dannatamente irrespirabile. Appoggiato sul pont Neuf, osserva le braccia della Senna allungarsi nella notte, portano via un gatto, chissà se è vivo o morto, chissà se c'è differenza- si chiede. Lui sente di assomigliare a quel gatto, abbandonato all'acqua torbida e alla grandezza. Solo un singhiozzo. Sette vite non bastano... Ode di: Rina Xhihani
www.youtube.com/v/M6TCuJNOVYE?fs=1&hl=it_IT"><
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 10 settembre 2010 : 17:21:30
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“ Sulle vie del mondo”
Considerate se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a casa
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un No.
Considerate se questa è una donna.
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpite nel nostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
poesia di Primo Levi
Oggi viviamo in un'altra epoca, la nostra epoca, si sa, è caratterizzata se non identificata dalla ricerca scientifica e tecnica, e da un susseguirsi incalzante di applicazioni tecnologiche. Alla progressiva rapida domanda di informazione e comunicazione, si risponde con uno sviluppo altrettanto rapido degli strumenti necessari a soddisfarla. Dopo l'avvento dirompente e rivoluzionario della televisione ( pari, forse, solo all'invenzione dei caratteri a stampa di Gutemberg, nel XV secolo), oggi i simboli di questo nuovissimo approccio al comunicare è la "rete delle reti", Internet, uno strumento che più di ogni altro si è diffuso con rapidità e consente a milioni di persone sparse in ogni parte del mondo di informarsi e comunicare in tempi estremamente brevi, con la possibilità di attingere a enormi risorse di conoscenze per la prima volta disponibili a tutti. Si, proprio del telefono cellulare, che in questo momento sta squillando sul mio tavolo di lavoro, che voglio brevemente soffermarmi. Questo nuovo mezzo di comunicazione è anch'esso armai diffuso nel mondo in numero di centinaia di milioni, è il rovescio della stessa medaglia tecnologica, che ci impone di comunicare sempre, dovunque, con la massima rapidità. Ma questi preziosi congegni fatti di piastrine, fili e microchip, oltre a costituire un indubbio avanzamento di civiltà, hanno ricadute socioeconomiche e culturali che vanno ben al di là della semplice attività del comunicare. Non possiamo certo approfondire qui, ma sociologi e psicologi sociali se ne stanno interessando da un pezzo, in quanto è accertato che i media sono capaci di modificare permanentemente i nostri comportamenti, il nostro approccio alla vita di relazione e ai consumi. Tra l'altro Internet, scusate se è poco, ha da un giorno all'altro virtualmente reso globale la chance d'impresa, indipendente dal luogo di dimora. Quelle che fino ad ieri erano periferia del mondo, ad esempio le alte valli delle Alpi, delle Dolomiti e degli Appennini Calabresi, come le Gambarie e i piani dell'Aspromonte, dove non esisteva neppure un semplice apparecchio telefonico per comunicare una notizia o inviare un ordine militare, evitando così quella disastrosa battaglia, possono essere oggi per la prima volta la chiave di volta. Il telefono consente, infatti, il disbrigo di funzioni sempre più importanti stando in sedi de localizzate, non necessariamente all'ombra della Madonnina o del Colosseo. A questa deregulation telematica, diciamo strutturale, si è accompagnata negli ultimi decenni una costante evoluzione delle tecniche e dei modi dei media tradizionali, carta stampata, pubblicità, radiotelevisione. Il linguaggio pubblico, come scrive Pier Giorgio Olivetti, sostiene la politica o la cultura, mentre viceversa, il lessico scientifico o tecnico sospinge le vendite di largo consumo. Talvolta anche " la montagna", intesa come semplice fondale filmico, appare negli spot o per suggerire sentimenti positivi di vita familiare o amicale, o per ospitare sfide verticali sempre da vincere o per confezionare thriller di 20 secondi, della serie " scampato pericolo ": Se possiamo parlare di " civiltà dell'informazione". E' perché o mass media non sono più solo il " quarto potere" ma anche, a causa della loro universalità e velocizzazione, i reali poteri condizionanti le cose del mondo al pari dell'economia. Si, è proprio così, la rapidità di nuovi mezzi spinge poi tutti a canalizzare l'attenzione nel presente, spingendoci a "dimenticare" il nostro bagaglio di conoscenze consolidato, senza lasciarci il tempo di un confronto critico basato sull'esperienza e la cultura. Il risultato così è spesso la banalizzazione di tutta, l'omologazione di ogni argomento, la confusione tra messaggio, strumento di comunicazione e contenuto. Qui la responsabilità dei media è enorme. La domanda che ci facciamo ora è: in una società in overdose da comunicazione e stimoli, schiacciata sull'attimo e sul gusto del veloce o " fast", può essere ragionevolmente possibile e non illusorio comunicare il fascino delle culture alpine, le ragioni dell'"andare per monti", magari sui sentieri dolomitici, o il contributo di civiltà delle popolazioni montane o delle città balneari da visitare? Si possono comunicare qui ed ora e a questa media, temi come l'etica dello escursionismo, dell'alpinismo oppure del mare,delle gita in barca.. la lentezza positiva, quello "slow" che da sempre si accompagna alla scoperta di una città di mare oppure una località di montagna... John Updike, così scriveva: " Ovunque egli si trovi e per quanta illuminazione ci sia intorno, comunicare con gli altri è veramente difficile". Oggi, grazie alle nuove tecnologie, non è proprio così. Viviamo proprio in un altro mondo, in un mondo nuovo, nel mondo della nostra epoca tecnologica.........
Johann Sebastian Bach
Suite n°3-aria sulla quarta corda
www.youtube.com/v/TT_f-r3Qbb4?fs=1&hl=it_IT"><
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Modificato da - pablo su 10 settembre 2010 17:32:45 |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 17 settembre 2010 : 23:11:33
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Franz Liszt uno dei musicisti più fervidi e attivi di tutto il sec. XIX
l'originalità di Liszt nelle costruzioni formali si rileva nelle opere della maturità...si tratta di poemi sinfonici o dei brani per pianoforte,si tratti dei concerti , delle sinfonie o delle sonate nulla è più lontano dalle forme della tradizione classica.I vari tempi di una composizione sono legati fra loro e i rapporti che li collegano sono i materiali tematici,sottoposti a una continua mutazione e metamorfosi ritmico-melodica..
Franz Liszt (Liebestraum)
"Sogno d'amore" "Dream of Love"
Il sogno d'amore (Liebesträume) è un gruppo di tre composizioni per pianoforte solo di Franz Liszt.
La terza delle tre composizioni destinata a diventare famosissima, è un notturno in la bemolle maggiore che inizia in "poco allegro" con un dolce tema cantabile, per poi crescere sempre più in un animato molto appassionato.....buona visione e naturalmente....buon ascolto!!!
www.youtube.com/v/aYvTp6RL1EI?fs=1&hl=it_IT">
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 19 settembre 2010 : 14:48:24
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non solo classico...parliamo di autori o meglio di cantautori.... Uno dei musicisti e dei poeti italiani che più ho amato e stimato.
ecco..alcuni passaggi significativi di un libro che ultimamente alcuni amici mi hanno regalato..ho inteso interpretare alcuni dei capitoli che più mi hanno coinvolto..nella lettura... a cura di Fabiola Cianci De André, come pochissimi autori contemporanei che hanno fatto la storia della musica italiana, è una figura che costantemente lascia il segno attraverso un connubio efficace di parole e musica. E' un ponte tra il passato e la mia generazione, una finestra dalla quale osservare il mondo sotto un'altra ottica e assaporare i valori che ognuno di noi è libero di cogliere. Apprezzare i sentimenti e le conquiste interiori di chi, a modo suo, ha lasciato un'impronta ricca ed evidente nel nome di una libertà interiore che ciascun essere umano può ritrovare nei comuni sentimenti, come l'amore stesso, fa parte della nostra esistenza, fa parte di noi. Molto spesso con difficoltà riusciamo a comprenderne il significato vero e proprio. Perché in fondo, siamo essere incomprensibili, un po' come cantava Faber in una delle sue canzoni, che personalmente annovero tra i suoi capolavori più belli: "Da chimico un giorno avevo il potere / di sposare gli elementi e di farli reagire, / ma gli uomini mai mi riuscì di capire / perché si combinassero attraverso l'amore. /Affidando ad un gioco la gioia e il dolore". Un chimico, un cantante, un poeta, un idealista, un amante, un artista, un uomo: questo era Fabrizio De André, "morto in un esperimento sbagliato proprio come gli idioti che muoion d'amore". Io non l'ho mai conosciuto, ma ho visto la sua anima attraverso le sue parole! "E come tutte le più belle cose/vivesti solo un giorno come le rose" (La canzone di Marinella, F. De André). In realtà sono trascorse molte primavere nella vita di Fabrizio Cristiano De Andrè, prima che un cancro lo strappasse al suo mondo fatto essenzialmente di musica, parole e poesia. Non si definiva un poeta, ma un "cantautore per precauzione". Eppure in molte delle antologie scolastiche di letteratura sono state inserite alcune delle sue canzoni, ritenute delle vere e proprie poesie. Personaggio riservato e musicista colto, capace di far combaciare nelle sue opere le più svariate tendenze alle diverse ispirazioni. Non viveva di presunzione ma di un' umile saggezza che riversava anche nella sua musica audace e senza schemi da seguire.La musica di De André è una musica "eterna", che non svanisce nel ricordo del tempo, ma ancora oggi persevera nella memoria delle persone, passa dalle vecchie alle nuove generazioni senza guardare in faccia a niente e a nessuno, liberamente, un po' come lo stesso Faber..(per gli amici) faceva con le corde della sua chitarra."De André non è stato mai di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano" (Nicola Piovani). Fabrizio De André, all'interno del suo vasto repertorio, ha toccato molte corde importanti, tra cui la fede. I suoi testi sono tutti improntati ad una personale e distaccata visione della vicenda cristiana e, a tratti, da una certa spiritualità. Tuttavia non riconducibili ad una vera professione di fede. " Non intendo cantare la gloria né invocare la grazia e il perdono di chi penso non fu altri che un uomo come Dio passato alla storia" (cantava in una delle sue celebri canzoni "Si chiamava Gesù"). La figura di Gesù, secondo il punto di vista "faberiano" è priva della sua caratteristica divina, ma, al contrario, assume i connotati umani di un "rivoluzionario" in favore degli ultimi, dei reietti. Il fatto che, secondo lui, Gesù fosse "il più grande rivoluzionario della storia", fu uno dei motivi che lo spinse a rimarcare l'aspetto umano della figura del Cristo, la Sua umana, terrena e rivoluzionaria vocazione "rivoluzionaria", lo portava a cantare anche di lui.
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 19 settembre 2010 : 15:21:05
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www.youtube.com/v/-LIcjkobZaE?fs=1&hl=it_IT"
La poesia e la musica di De André, unite alla vitalità della PFM(bravissimi musicisti),(in un disco live registrato ... tra la fine degli anni 70 e gli inizi degli anni 80) la presa di coscienza di un uomo con tutti i suoi vizi..... che non si lascia intimorire dall'illusione del "peccato" e dalla paura, analizzati dall'inedito punto di vista di Tito, il peccatore pentito.. crocifisso accanto a Gesù; Tito è il ladrone buono nel vangelo arabo dell'infanzia...lo stesso che poi riconobbe in Cristo il vero salvatore……. Attraverso un percorso evolutivo ... il risveglio dell'essere dalle sue antiche origini divine! Con questa canzone De Andrè volle rappresentare i tornanti tortuosi e le difficili interpretazioni dei comandamenti..nella nostra dura esistenza..! a volte mistica...soprannaturale..irreale...
… così nacque "il testamento di Tito".
Testo:
Non avrai altro Dio all'infuori di me spesso mi hai fatto pensare; genti diverse venute dall'est dicevano che in fondo era uguale: credevano ad un altro diverso da te, non mi hanno fatto del male, credevano ad un altro diverso da te, non mi hanno fatto del male. Non nominare il nome di Dio, non nominarlo invano. Con un coltello piantato nel fianco gridai la mia pena ed il suo nome: ma forse era stanco, forse troppo occupato, non ascolto il mio dolore; ma forse era stanco, forse troppo lontano, davvero lo nominai invano. Onora il padre ed onora la madre, e onora anche il loro bastone: bacia la mano che ruppe il tuo naso perche' le chiedevi un boccone. Quando a mio padre si fermo' il cuore, non ho provato dolore, quando a mio padre si fermo' il cuore, non ho provato dolore. Ricorda di santificare le feste, facile per noi ladroni, entrare nei templi che rigurgitan salmi di schiavi e dei loro padroni, senza finire legati agli altari sgozzati come animali, senza finire legati agli altari sgozzati come animali. Il quinto dice "non devi rubare", e forse io l'ho rispettato vuotando in silenzio le tasche gia' gonfie di quelli che avevan rubato: ma io senza legge rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio, ma io senza legge rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio. Non commettere atti che non siano puri, cioe' non disperdere il seme... Feconda una donna ogni volta che l'ami cosi' sarai uomo di fede. Poi la voglia svanisce ed il figlio rimane e tanti ne uccide la fame. Io forse ho confuso il piacere e l'amore ma non ho creato dolore. Il settimo dice "non ammazzare se del cielo vuoi essere degno", guardatela oggi questa legge di Dio tre volte inchiodata nel legno. Guardate la fine di quel Nazzareno, un ladro non muore di meno! Guardate la fine di quel Nazzareno, un ladro non muore di meno! Non dire falsa testimonianza ed aiutali ad uccidere un uomo... Lo sanno a memoria il diritto Divino, ma scordano sempre il perdono. Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no non ne provo dolore, ho spergiurato su Dio e sul mio nome e no non ne provo dolore. Non desiderare la roba degli altri, non desiderarne la sposa... Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa... Nei letti degli altri gia' caldi d'amore non ho provato dolore. L'invidia di ieri non e' gia' finita, sta' sera v'invidio la vita. Ma adesso che viene la sera ed il buio, mi toglie il dolore dagli occhi. E scivola il sole al di la' delle dune a violentare altre notti: io nel vedere quest'uomo che muore, madre io provo dolore; nella pieta' che non cede al rancore, madre ho imparato l'amore.
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pablo
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Spedito - 24 settembre 2010 : 16:39:29
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..Albert Ketelbey è stato un pianista ,musicista e direttore d'orchestra..... le sue opere sono pietre miliari della scrittura sinfonica in cui suoni e melodie orientali sono amalgamati sapientemente nella classica tradizione europea.. da una versione orchestrale..'In the Mystic Land of Egypt' .. Albert Ketelbey
www.youtube.com/v/Dhpu-EWtu70?fs=1&hl=it_IT" |
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pablo
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Spedito - 27 settembre 2010 : 22:30:01
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l'operetta... le piu antiche forme nazionali di teatro per musica,come il mask inglese,l'opera-comique francese il singspiel tedesco e la zarzuela spagnola,usavano sempre alternare il canto e il suono con la parola pura,al fine di esprimersi piu chiaramente:e verso la metà del X!X secolo dall'opera-comique,che di per sè tende a farsi piu sentimentale,nasce in Francia una nuova forma mista di musica e recitazione,l'operettai cui caratterei sono una tematica varia,mitologica a volte esotica e quotidiana ma sempre fortemente parodistica,una strttura ben presto recata da un fino a 4 atti,una vena musicale schematica e brillante(nel ritmo e nella melodia ).Una forma di teatro fortunata che si sviluppò e durò fino agli anni 30...l'operetta:Il diminutivo dice già di che si tratta: una commedia in parte cantata, in parte recitata, nella quale l'impegno musicale e vocale è meno importante rispetto all'opera, ma non per questo trascurabile.L'operetta si proponeva di divertire spensieratamente, e quindi presentava storie comiche e satiriche che prendevano di mira la buona società, la stessa che andava a vederla e si sarebbe lasciata prendere in giro solo in questa forma leggera. musicisti ed autori di Operetta Jacques Offenbach ,Charles Lecocq, Franz von Suppé Johann Strauß jr ,Franz Lehár, William Schwenck, Gilbert e Arthur Sullivan, noti con il marchio Gilbert e Sullivan, Carlo Lombardo , Virgilio Ranzato,Giuseppe Pietri etc etc..
www.youtube.com/v/XpyKFDFjXNs?fs=1&hl=it_IT"><
Cin ci là operetta di Ranzato; festival dell'operetta Trieste 2008 Direttore Elisabetta Maschio Regia Maurizio Nichetti con : Giovanna Nocetti Maurizio Micheli Elena Rossi.
"O Cin Ci Là; ..... O Cin Ci Là
Mordi,rosicchia,divora,
Tormenta pur
Chi ti vuol bene,
Di fiori son
Le tue catene....."
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Modificato da - pablo su 27 settembre 2010 22:30:52 |
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pablo
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Spedito - 29 settembre 2010 : 21:41:57
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nel secondo 800 l'operetta penetra anche in Italia,dove a milano e Napoli in particolare si formano compagnie specializzate nel repertorio francese tradotto e adattato,ed è soltanto dal 1910 al 1926 circa che s'afferma una scuola nazionale,riferita preferibilmente a temo borghesi e popolari , rappresentata dal pugliese Mario Costa,dal toscano Giuseppe Pietri,dal napoletano Carlo Lombardo.. Fox della Luna. Dall' operetta Il paese dei Campanelli...scritta da Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato www.youtube.com/v/W9Cl1QyBxLE?fs=1&hl=it
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 29 settembre 2010 : 22:20:55
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Tace il labbro di Franz Lehar brano tratto dall'operetta "La vedova Allegra"
www.youtube.com/v/kDgLI0rUr90?fs=1&hl=it_IT"><
di là suonano e cantano ..soave è la musica....ha la forza di un sogno.. un-due-tre-il valzer il sentimento che si balla... |
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