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pablo
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Spedito - 10 luglio 2010 : 18:33:42
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prefazione di Riccardo Allorto
«...Mimì era una graziosa ragazza che doveva particolarmente simpatizzare e combinare con gli ideali plastici e poetici di Rodolfo. Ventidue anni; piccola, delicata... Il suo volto pareva un abbozzo di figura aristocratica; i suoi lineamenti erano d'una finezza mirabile... «Il sangue della gioventù scorreva caldo e vivace nelle sue vene e coloriva di tinte rosse la sua pelle trasparente dal candore vellutato della camelia... «Questa beltà malaticcia sedusse Rodolfo... Ma quello che più lo rese innamorato pazzo di madamigella Mimì furono le sue manine che essa sapeva, anche tra le faccende domestiche, serbare più bianche di quelle della dèa dell'ozio.» ...................................................................
LA BOHÈME Opera in quattro quadri (atti). musica di Giacomo PUCCINI.
libretto di Giuseppe GIACOSA,Luigi ILLICA. Prima esecuzione: 1 Febbraio 1896, Torino.
PERSONAGGI RODOLFO poeta (voce:tenore) SCHAUNARD musicista (voce baritono) BENOÎT padrone di casa (voce basso) MIMÌ (voce soprano) MARCELLO pittore (voce baritono)
COLLINE filosofo (voce basso) ALCINDORO consigliere di stato (voce basso) MUSETTA (voce soprano) PARPIGNOL venditore ambulante (voce tenore)
QUADRO PRIMO (in sintesi)
Epoca: 1830 circa a Parigi. In una misera soffitta...la vigilia di natale..Ampia finestra dalla quale si scorge una distesa di tetti coperti di neve. A sinistra,un camino. Una tavola, un armadietto, una piccola libreria, quattro sedie, un cavalletto da pittore, un letto: libri sparsi, molti fasci di carte, due candelieri. Uscio nel mezzo, altro a sinistra....... Quattro giovani amici - il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il musicista Schaunard ed il filosofo Colline - conducono una gaia vita di bohème. I soldi mancano quasi sempre, spesso si digiuna, ma la gioventù e la spensieratezza aiutano a superare molti ostacoli. La vigilia di Natale vede Rodolfo e Marcello che, infreddoliti ed impossibilitati a lavorare per il gelo che ha invaso la soffitta, sono costretti a bruciare nel caminetto il grosso manoscritto di un dramma di Rodolfo. Rientra Colline, desolato perché ha trovato chiuso il Monte dei Pegni; ma Schaunard, invece, arriva tutto esultante portando del denaro, frutto di un'insolita sua prestazione musicale. I quattro amici decidono di festeggiare la vigilia di Natale con una cena al Quartiere Latino, quando giunge, non gradito, il padrone di casa Benoh a reclamare la pigione dell'ultimo trimestre. Costretto a bere dai turbolenti inquilini, il vecchio si lascia andare ad imprudenti confidenze sulle sue infedeltà coniugali e viene perciò cacciato con alte grida di riprovazione dagli improvvisati moralisti. Marcello, Colline e Schaunard escono; Rodolfo deve attardarsi per finire un articolo di giornale. Mentre il poeta sta scrivendo, fa la sua apparizione Mimì, una dolce e bella grisette che abita in una soffitta dello stesso casamento. Le si è spenta la candela, chiede aiuto a Rodolfo: ma, appena entrata, si sente male e le cadono di mano il candeliere e la chiave di casa. Rodolfo è colpito dal pallore e dalla bellezza della fanciulla. l'aiuta a rimettersi ma, trovata nel buio la chiave, si guarda bene dal restituirla a Mimì: chiamato a gran voce dagli amici impazienti di far baldoria, convince la ragazza ad unirsi a loro. Mimì dolcemente cede. Già innamorati, i due giovani si baciano, poi a braccetto, si avviano giù per la scala.
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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Spedito - 10 luglio 2010 : 18:41:04
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brani significativi del primo atto....
Rodolfo: Luciano Pavarotti. Marcello: Ingvar Wixell.
- Questo Mar Rosso. - Nei Cieli Bigi.
Metropolitan Ópera New York, 1977.
www.youtube.com/v/1bZ_NsTb2UA&hl=it_IT&fs=1">< .............................................................................................
"Che gelida manina"
Che gelida manina, Se la lasci riscaldar. Cercar che giova? Al buio non si trova. Ma per fortuna è una notte di luna, E qui la luna L'abbiamo vicina. Aspetti, signorina, Le dirò con due parole Chi son, e che faccio, Come vivo. Vuole? Chi son? Sono un poeta. Che cosa faccio? Scrivo. E come vivo? Vivo. In povertà mia lieta Scialo da gran signore Rime ed inni d'amore. Per sogni e per chimere E per castelli in aria, L'anima ho milionaria. Talor dal mio forziere Ruban tutti i gioelli Due ladri, gli occhi belli. V'entrar con voi pur ora, Ed i miei sogni usati E i bei sogni miei, Tosto si dileguar! Ma il furto non m'accora, Poichè, poichè v'ha preso stanza La speranza! Or che mi conoscete, Parlate voi, deh! Parlate. Chi siete?
Luciano Pavarotti nella parte di Rodolfo, Mirella Freni nella parte di Mimi
San Francisco Opera 1990
www.youtube.com/v/rpxXlhTP8os&hl=it_IT&fs=1"><
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 10 luglio 2010 : 18:52:09
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(San Francisco Opera 1990)
una monumentale e maestosa Mirella Freni nella parte di Mimi
"Si mi chiamano Mimi"
Mimì Sì. Mi chiamano Mimì, ma il mio nome è Lucia. La storia mia è breve. A tela o a seta ricamo in casa e fuori ... Son tranquilla e lieta ed è mio svago far gigli e rose. Mi piaccion quelle cose che han si dolce malia, che parlano d'amor, di primavere, che parlano di sogni e di chimere, quelle cose che han nome poesia... Lei m'intende? Rodolfo Sì. Mimì Mi chiamano Mimì, il perchè non so. Sola, mi fo il pranzo da me stessa. Non vado sempre a messa, ma prego assai il Signore. Vivo sola, soletta là in una bianca cameretta: guardo sui tetti e in cielo; ma quando vien lo sgelo il primo sole è mio il primo bacio dell'aprile è mio! il primo sole è mio! Germoglia in un vaso una rosa... Foglia a foglia la spiol Cosi gentile il profumo d'un fiore! Ma i fior chlio faccio, ahimè! i fior chlio faccio, ahimè! non hanno odore. Altro di me non le saprei narrare. Sono la sua vicina che la vien fuori d'ora a importunate.
www.youtube.com/v/Bm29-POmIg8&hl=it_IT&fs=1"><
------------------------------------------------------------------------- Berlino 2004
Anna Netrebko nella parte di Mimi Marcelo Alvarez nella parte di Rodolfo aria:O soave fanciulla ...o dolce viso..
O soave fanciulla, o dolce viso di mite circonfuso alba lunar in te, vivo ravviso il sogno ch'io vorrei sempre sognar!
Ah! tu sol comandi, amor
Fremon gi? nell'anima le dolcezze estreme, nel bacio freme amor!
Oh! come dolci scendono le sue lusinghe al core... tu sol comandi, amore!...
No, per piet?!
Sei mia!
V'aspettan gli amici...
Gi? mi mandi via?
Vorrei dir... ma non oso...
D?
Se venissi con voi?
Che?... Mim?? Sarebbe cos? dolce restar qui. C'? freddo fuori.
Vi star? vicina!...
E al ritorno?
Curioso!
Dammi il braccio, mia piccina.
Obbedisco, signor!
Che m'ami di'...
Io t'amo!
Amore! Amor! Amor!
www.youtube.com/v/-nEu8BNVCeA&hl=it_IT&fs=1"><
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marylu
Utente Sfegatato
    
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19958 invii |
Spedito - 12 luglio 2010 : 21:33:13
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Ciao Pablo
Il luogo è la città "dei lupi".
Un saluto |
marylu |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 13 luglio 2010 : 16:35:52
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conosco la zona mary..mi capita spesso di trovarmi in città sia per motivi professionali che per motivi strettamente legati ai miei..periodici controlli di salute..... p.s. non preoccuparti vista la tua proverbiale sfortuna di vincita al gioco....sapientemente bilanciata dal tuo genio nelle previsioni... il caffè lo offro io...
piccola introduzione al secondo atto...
«...Gustavo Colline, il grande filosofo; Marcello, il grande pittore; Rodolfo, il grande poeta; e Schaunard, il grande musicista -come essi si chiamavano a vicenda- frequentavano regolarmente il Caffè Momus dove erano soprannominati: i quattro moschettieri, perché indivisibili. «Essi giungevano infatti e giuocavano e se ne andavano sempre insieme e spesso senza pagare il conto e sempre con un "accordo" degno dell'orchestra del Conservatorio. «Madamigella Musetta era una bella ragazza di venti anni... «...Molta civetteria, un pochino di ambizione e nessuna ortografia... «Delizia delle cene del quartiere latino... «Una perpetua alternativa di brougham bleu e di omnibus, di via Breda e di quartiere latino. «-O che volete?- Di tanto in tanto ho bisogno di respirare l'aria di questa vita. La mia folle esistenza è come una canzone: ciascuno de' miei amori è una strofa, - ma Marcello ne è il ritornello.»
QUADRO(atto) SECONDO (in sintesi)
Un crocicchio di vie che al largo prende forma di piazzale; botteghe, Venditori di ogni genere; da un lato, il Caffè Momus.
LA VIGILIA DI NATALE Gran folla e diversa: Borghesi, Soldati, Fantesche, Ragazzi, Bambine, Studenti, Sartine, Gendarmi, ecc. Sul limitare delle loro botteghe i Venditori gridano a squarciagola invitando la folla de' Compratori. Separati in quella gran calca di gente si aggirano Rodolfo e Mimì da una parte, Colline presso la bottega di una Rappezzatrice; Schaunard ad una bottega di ferravecchi sta comperando una pipa e un corno; Marcello spinto qua e là dal capriccio della gente. Parecchi Borghesi ad un tavolo fuori del Caffè Momus. È sera. Le botteghe sono adorne di lampioncini e fanali accesi; un grande fanale illumina l'ingresso al caffè.
Al Quartiere Latino.
Colline ha comprato un vecchio, sdrucito pastrano; anche Schaunard fa acquisti, mentre Rodolfo e Mimì si aggirano fra la folla, felici del loro amore. Il solo Marcello è triste e pensieroso: la bella Musetta, infatti, lo ha abbandonato da qualche tempo per correre dietro a nuovi amori. Rodolfo compra una cuffietta rosa a Mimì e presenta la ragazza agli amici; tutti insieme si siedono ad un tavolo del Caffè Momus ed ordinano una ricca cena. Appare ad un tratto sulla piazza Musetta, elegantemente vestita: le vien dietro Alcindoro, un vecchio pomposo e ridicolo che è il suo amante attuale. Scorto Marcello, la ragazza si siede al tavolo vicino a quello degli amici e dal suo posto lancia frasi maliziose e occhiate eloquenti. Marcello finisce per cedere, una volta ancora, al fascino di Musetta, la quale civetta con lui dopo aver allontanato con un pretesto Alcindoro. Passa la banda militare seguita da una gran folla; i due amici si allontanano unendosi alla baraonda generale. Quando Alcindoro torna al suo tavolino, non trova più Musetta ma, in cambio, i due conti da pagare, e cade sopra una sedia allibito.....
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 13 luglio 2010 : 16:51:13
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brani significativi del secondo atto....
San Pietroburgo,2003
Anna Netrebko nella parte di Musetta - aria -Quando Me'n Vo Musetta la canta con civetteria, seduta ad uno dei tavoli del Caffè Momus, rivolgendosi intenzionalmente al pittore Marcello, allo scopo di riconquistarlo. Nella parte iniziale la ragazza descrive l'effetto del proprio fascino sugli uomini e negli ultimi versi parla direttamente all'ex fidanzato....
www.youtube.com/v/oV3F_yNSQwM&hl=it_IT&fs=1"><
Musetta:
Quando me n´ vo,
Quando me n´ vo soletta per la via,
La gente sosta e mira,
E la belleza mia tutta ricerca in me,
Da capo a pie´.
Ed assaporo allor la bramosia
Sottil che dagl´occhi traspira
E dai palesi vezzi intender sa
Alle oculte beltà.
Così l´effluvio del desìo
Tutta m´aggira
Felice mi fa, felice mi fa!
E tu che sai,
che memori e ti struggi,
da me tanto rifuggi?
So ben: le angosce tue
Non le vuoi dir,
Non le vuoi dir, so ben,
Ma ti senti morir!
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
Italy
467 invii |
Spedito - 13 luglio 2010 : 16:58:34
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Le settimane passano, ma l'amore tra Rodolfo e Mimì, iniziato con i migliori auspici, pare nel frattempo vacillare. Rodolfo è inspiegabilmente diventato geloso ed irascibile, le liti e le incomprensioni sono all'ordine del giorno e la fanciulla, disperata, chiede aiuto a Marcello, amico ormai comune. La stessa mattina, nascosta dietro agli alberi, Mimì assiste al colloquio tra Rodolfo e Marcello, che chiede all'amico le ragioni del suo assurdo comportamento nei confronti della donna: il poeta in un primo momento la accusa di leggerezza (Mimì è una civetta...) e infedeltà ma poi - dietro insistenza di Marcello - confessa la vera ragione del suo modo d'agire.
JOSE CARRERAS: "MIMI E UNA CIVETTA
Rodolfo Mimì è una civetta che frascheggia con tutti. Un moscardino di Viscontino le fa l'occhio di triglia. Ella sgonnella e scopre la caviglia con un far promettente e lusinghier. Marcello Lo devo dir? Non mi sembri sincer. Rodolfo Ebbene no, non lo son. Invan, invan nascondo la mia vera tortura. Amo Mimì sovra ogni cosa al mondo, io l'amo,
www.youtube.com/v/VzSYYhL0F2U&hl=it_IT&fs=1"><
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marylu
Utente Sfegatato
    
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19958 invii |
Spedito - 15 luglio 2010 : 22:34:23
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Grazie, Pablo per la solidarietà e per il caffè: quando è offerto, ha più sapore (è gratis).
Caro Pablo dovrei proprio fare a meno di giocare viste le cose come vanno. Ciao |
marylu |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 16 luglio 2010 : 11:47:19
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Lasciarsi contagiare dalla musica di Puccini,ad esempio,è già un segno di una grande confidenza con la musica e con se stessi;ma l’ascolto della musica pucciniana diventa importante quando si lasciano lavorare le maglie simboliche…attraversando come un fiume in piena gli eterni attimi di Butterfly,Bohème……sul suo effetto-melodico…come fosse una sua grazia..è cosi che Puccini diventa una delle anime necessarie del novecento…ciascuno di noi legge la musica dunque attraverso analogie…magari sullo sfondo di costellazioni.... aggettivi importanti… Il dolce non è cosi dolce senza l’amaro..……. c’è ancora qualcosa in questo silenzio…il caffè ha il sapore del sale delle lacrime versate, quante notti perdute sentendo in bocca qualcosa che è lì e non va giù, non passa, ritorna, ancora e ancora… Ma la vita non si ferma, e si va avanti……………….come in certe combinazioni magiche, mentre assicura vertiginosamente l’infinità di ardue combinazioni.. Sapori, tanti ci accompagnano,disegnano uno spazio immenso.. dolce, amaro, aspro, in un’alchimia unica,comune,nostra. Dolcezza di momenti teneramente rosa …pallidamente azzurri, sapore amaro di delusione, è aspro il gusto di qualcosa fatto “in buonafede” (si dice così) , in questo lirico cantare del buio mentre scruto il mare dalla finestra..… Passano gli anni, musiche diversissime, frammenti folgoranti di felicità..nuovi sapori attraggono il nostro palato, antichi lenti su un mare in tempesta,si scoprono così culture diverse, paesi lontani, un gusto di esotico ci solletica, e mondi mai visitati…sognanti.. ci vengono incontro, e noi sedentari metropolitani, viaggiamo finalmente con l’ausilio di piatti Etnici…pardon ..dei caffè gratis…. Ehi mary ti sento un po giù… …nel gioco a volte ci vuole pazienza come nella vita…(non preoccuparti..le cose vanno come devono andare)…ma..alla fine scopri che il suo frutto (anche senza aggiunta di zuccheri) è dolce…coraggio!!!... per tutto il resto… c’è ancora tempo…..ciao…
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Modificato da - pablo su 16 luglio 2010 12:13:50 |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 16 luglio 2010 : 11:51:13
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piccola introduzione al terzo atto......
«La voce di Mimì aveva una sonorità che penetrava nel cuore di Rodolfo come i rintocchi di un'agonia... «Egli però aveva per lei un amore geloso, fantastico, bizzarro, isterico... «Venti volte furono sul punto di dividersi. «Convien confessare che la loro esistenza era un vero inferno.
«Nondimeno, in mezzo alle tempeste delle loro liti, di comune accordo si soffermavano a riprender lena nella fresca oasi di una notte d'amore... ma all'alba del domani una improvvisa battaglia faceva fuggire spaventato l'amore. «Così -se fu vita- vissero giorni lieti alternati a molti pessimi nella continua attesa del divorzio...» «Musetta, per originaria malattia di famiglia e per materiale istinto, possedeva il genio dell'eleganza.» «Questa curiosa creatura dovette, appena nata, domandare uno specchio.» «Intelligente ed arguta, ribelle soprattutto a quanto sapesse di tirannia, non aveva che una regola: il capriccio.» «Certo il solo uomo da lei veramente amato era Marcello, -forse perché egli solo sapeva farla soffrire- ma il lusso era per lei una condizione di salute.»
Quadro Terzo....
Al di là della barriera, il boulevard esterno e, nell'estremo fondo, la strada d'Orléans che si perde lontana fra le alte case e la nebbia del febbraio, al di qua, a sinistra, un cabaret ed il piccolo largo della barriera; a destra, il boulevard d'Enfer; a sinistra, quello di Saint-Jacques. A destra, pure, la imboccatura della via d'Enfer, che mette in pieno quartiere latino. Il cabaret ha per insegna il quadro di Marcello «Il passaggio del Mar Rosso», ma sotto invece, a larghi caratteri, vi è dipinto «Al porto di Marsiglia». Ai lati della porta sono pure dipinti a fresco un turco e uno zuavo con una enorme corona d'alloro intorno al fez. Alla parete del cabaret, che guarda verso la barriera, una finestra a pianterreno donde esce luce. I platani che costeggiano il largo della barriera, grigi, alti e in lunghi filari, dal largo si ripartono diagonalmente verso i due boulevards. Fra platano e platano sedili di marmo. È il febbraio al finire, la neve è dappertutto. All'alzarsi della tela la scena è immersa nella incertezza della luce della primissima alba. Seduti davanti ad un braciere stanno sonnecchiando i Doganieri. Dal cabaret, ad intervalli, grida, cozzi di bicchieri, risate. Un doganiere esce dal cabaret con vino. La cancellata della barriera è chiusa. (Dietro la cancellata chiusa, battendo i piedi dal freddo e soffiandosi su le mani intirizzite, stanno alcuni Spazzini.)
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Modificato da - pablo su 16 luglio 2010 11:52:45 |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 16 luglio 2010 : 12:09:29
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l’addio è senza rancore, anzi è rinviato alla stagione dei fiori, nel mese più crudele ma in cui sembra di non essere soli, ad aprile.....
brani significativi del terzo atto....
San Francisco Opera 1990
Mirella Freni nella parte di Mimi in "Donde lieta uscì "
www.youtube.com/v/wwmWl-oOX_Q&hl=it_IT&fs=1"
D'onde lieta uscì al tuo grido d'amore, torna sola Mimì al solitario nido. Ritorna un'altra volta a intesser finti fior. Addio, senza rancor. - Ascolta, ascolta. Le poche robe aduna che lasciai sparse. Nel mio cassetto stan chiusi quel cerchietto d'or e il libro di preghiere. Involgi tutto quanto in un grembiale e manderò il portiere... - Bada, sotto il guanciale c'è la cuffietta rosa. Se... vuoi... serbarla a ricordo d'amor!... Addio, senza rancor.
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marylu
Utente Sfegatato
    
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19958 invii |
Spedito - 18 luglio 2010 : 22:21:33
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Intanto Pablo ho trascorso un week-end al mare (costa jonica) e non è stato sufficiente a farmi riprendere...... Tante volte ti trovi a dover affrontare delle situazioni .........e non sempre le scelte sono facili e condivise. Comunque la vita è bella e va interamente vissuta!
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marylu |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 19 luglio 2010 : 23:11:04
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-------------------------------------- la serenità scaturisce dall'animo anche se è spesso tormentato dall'insicurezza...e le relazioni funzionano quando c'è un percorso personale parallelo ed uno insieme. L'altra persona non può essere la soluzione e lo strumento per risolversi e realizzarsi personalmente, anzi, molte volte questo è elemento di conflitto e rancore.Le soluzioni o le scelte condivise(come li hai menzionati) sono a volte incapaci nel darne una giustificazione razionale, forse..sappiamo di non sognare; quell'incapacità serve solo a dimostrare la debolezza della nostra ragione, e non come essi pretendono, l'incertezza di tutte le nostre conoscenze. Infatti, la cognizione dei primi princípi - come l'esistenza dello spazio, del tempo, del movimento, dei numeri -, è altrettanto salda di qualsiasi di quelle procurateci dal ragionamento.Percepiamo la musica come un movimento nel tempo.e volentieri ce la raffiguriamo come un movimento nello spazio ogni melodia disegna un'orizzonte,ogni sonorità un tratto.. e su queste conoscenze del cuore e dell'istinto deve appggiarsi la ragione, e fondarvi tutta la sua attività discorsiva. (Il cuore sente che lo spazio ha tre dimensioni e che i numeri sono infiniti; e la ragione poi dimostra che non ci sono due numeri quadrati l'uno dei quali sia doppio dell'altro. I princípi si sentono, le proposizioni si dimostrano, e il tutto con certezza, sebbene per differenti vie). Ed è altrettanto inutile e ridicolo che la ragione domandi al cuore prove dei suoi primi princípi, per darvi il proprio consenso, quanto sarebbe ridicolo che il cuore chiedesse alla ragione un sentimento di tutte le proposizioni che essa dimostra, per indursi ad accettarle...associa sentimenti di solitudine e tristezza, ma, illuminata dalla memoria, guadagna contorno e espressione di felicità (beh non per parafrasare Freud)...scusa ma continuo a chiedermi cosa diavolo siano le scelte facili e condivise... [size=4]aria fritta mary...un luogo sprofondato nel silenzio...più irreale... a volte può far risuonare pensierie e sentiemnti intorno alla pesantezza del reale non tanto perchè "somiglia" ad un passo pesante..quanto perchè dal passo pesante racchiude in sè lo schema affettivo..é cosi che un gesto, un aggettivo,un movimento evoca un passo strascicato e fa pensare al peso di vivere,la salita di un gradino alla fatica delle scale del mondo per un bambino o un vecchio stanco l'irresoluzione musicale al cullamento e al vacillare,sulle coordinate inconsce per cui il corpo parla nel sogno..la leggerezza del volo...il conforto dell'appoggio,la paura di precipitare.... In amore non può esserci tranquillità penso che a volte si può solo ascoltare.., perché il vantaggio conquistato non è che un nuovo punto di partenza per nuovi desideri. Non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio ma gradualmente il nostro desiderio cambia.............tic-tac tic-tac-.... una sensazione si fa pensiero,come un profumo un ricordo,o un colore affetto facendoci pensare qualcosa che non pensavamo.o che forse avevamo dimenticato... Non abbiamo saputo suprare l'ostacolo come eravamo assolutamente decisi a fare, ma la vita ci ha condotti di là da esso, aggirandolo, e se poi ci volgiamo a guardare il lontano passato riusciamo appena a vederlo, tanto impercettibile è diventato...mah... forse prima del linguaggio c'è il sogno di un eden perduto dove parlare non separa dalle cose ma è continuo al mondo e al sentire.............. I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero.Quasi un luogo filosofico..la memoria, nell'affievolirsi, li allenta per poi allontanarsene; e, nonostante l' illusione di cui vorremmo essere vittime, e, con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere a volte inganniamo gli altri, un luogo dove noi forse...viviamo soli. L'uomo è l'essere che non puo' uscire da se',ogni volta che compare porta con sè qualcosa di irrisolto (come la sua sonorità sospesa e dissonante,come l'iirresolubilità dei nodi,come il peso degli anni)che non conosce gli altri se non in se medesimo, e che, se dice il contrario, (probabil-)mente....[/green] p.s. "Comunque la vita è bella e va interamente vissuta!" ah dimenticavo...scusa ...alla fine "mi ero quasi distratto"...mentre pensavo al tuo canto d'amore alla vita....... ciao[/size=4] |
Modificato da - pablo su 19 luglio 2010 23:27:54 |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 19 luglio 2010 : 23:37:40
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«...In quell'epoca già da tempo gli amici erano vedovi. «Musetta era diventata un personaggio quasi ufficiale; -da tre o quattro mesi Marcello non l'aveva incontrata. «Così pure Mimì; -Rodolfo non ne aveva più sentito parlare che da sé medesimo quando era solo. «Un dì che Marcello di nascosto baciava un nastro dimenticato da Musetta, vide Rodolfo che nascondeva una cuffietta -la cuffietta rosa- dimenticata da Mimì: «Va bene! mormorò Marcello, egli è vile come me! «Vita gaia e terribile!...» QUADRO QUARTO (in sintesi)-Ultimo atto... Nella Soffitta. Rodolfo e Marcello, da qualche tempo lontani da Mimì e Musetta, ostentano indifferenza e perfetta felicità, ma in realtà pensano e continuamente rimpiangono le amiche perdute. Giungono Colline e Schaunard che recano una magra cena: pane e un'aringa. Simulando un gaio e ricco festino, i quattro buontemponi inscenano una buffa pantomima, ballando e cantando con umoristico brio. Ma l'animata scena è interrotta dall'arrivo improvviso di Musetta, che accompagna Mimì sofferente e semisvenuta. La ragazza è infatti gravissima: sentendo prossima la fine ha voluto rivedere il suo Rodolfo e, per strada, ha incontrato Musetta che da tempo la cercava. Rodolfo adagia Mimì sul letto e gli amici si prodigano per recarle qualche conforto: Musetta venderà i suoi orecchini, Colline impegnerà il suo vecchio pastrano. Rimasta sola con Rodolfo Mimì rievoca i dolci momenti del loro amore e si stringe ancora, con infinita passione, all'unico uomo che ha veramente amato. Rientrati gli amici, Mimì prende con gioia dalle mani di Musetta un manicotto che ella crede dono di Rodolfo e si assopisce quietamente. Musetta prega per la salvezza dell'amica; Rodolfo continua ad illudersi finché il contegno degli astanti gli rivela che Mimì si è spenta. Piangendo, si getta allora sul corpo della fanciulla invocandola disperatamente.
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 19 luglio 2010 : 23:44:44
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Angela Gheorghiu nella parte di Mimì Roberto Alagna nella parte di Rodolfo
"Sono andati? Fingevo di dormire" scena finale dell'opera 'La Bohème'
Rodolfo spera ancora che Mimì possa guarire, e crede che si sia assopita; ma nel volto degli amici legge la verità e si getta singhiozzando sul corpo ormai senza vita dell'amata.
www.youtube.com/v/wamT6hg7z4A&hl=it_IT& |
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marylu
Utente Sfegatato
    
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19958 invii |
Spedito - 21 luglio 2010 : 22:35:13
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Ciao Pablo
non ti ho mai chiesto qual'è lo strumento che tu suoni |
marylu |
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pablo
Utente Molto Appassionato
  
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467 invii |
Spedito - 25 luglio 2010 : 12:18:43
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tutta la mia anima rabbrividisce e trema...e s'abbandona in una musica roca...soave..dolce..forte...pensierosa.. triste... malinconica..è una donna in balia di un'amante,una foglia dentro il vento..forse un miracolo ..una musica anch'essa..dai vivaci accenni..ti parla dentro..ti fa sentire a casa sempre... pensa a un pianoforte... i tasti iniziano... i tasti finiscono. tu lo sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. non sono infiniti, loro.... e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita.....
www.youtube.com/v/Jg6dM1IERvs&hl=it_IT&fs=1">< |
Modificato da - pablo su 25 luglio 2010 12:21:15 |
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